In una dichiarazione, Francis DeBernardo, direttore esecutivo del Ministero di New Ways, ha ringraziato Papa Francesco per la nomina, tra i 13 nuovi cardinali, di prelati a difesa della comunità LGBT+. Nello specifico sono tre i nuovi cardinali che hanno svolto un’attività a favore del mondo LGBT+.
Il primo è Wilton Gregory, a capo dell’arcidiocesi di Washington, primo vescovo nero degli Stati Uniti ad essere nominato cardinale, che ha parlato spesso di giustizia razziale e ha collegato il movimento per i diritti civili degli anni ’60 al movimento per l’uguaglianza LGBT+. Si tratta di una figura importante che, in varie occasioni, ha dimostrato la sua vicinanza ai fedeli omosessuali, bisessuali e transgender. In un pubblico incontro, alla domanda di una persona transgender su quale fosse il suo ruolo e quello dei suoi amici queer all’interno della chiesa ha risposto: «Tu appartieni al cuore di questa Chiesa. Non c’è niente che tu possa fare, puoi dire, che ti strapperà dal cuore di questa Chiesa».
C’è poi il vescovo Mario Grech, che serve in Vaticano come segretario generale dell’ufficio del Sinodo dei vescovi. Nel 2014, Grech ha tenuto un discorso al Sinodo sulla famiglia in Vaticano, dove ha invitato i leader della Chiesa a usare un linguaggio più sensibile sulle persone gay e lesbiche. Sono poi state apprezzate dalla comunità maltese le sue dichiarazioni pro LGBT+ durante la sua esperienza nella diocesi di Gozo.
Il terzo vescovo è l’italiano Marcello Semeraro, che ha dimostrato di essere disponibile a discutere di questioni LGBT+. Nel 2018, Semeraro è intervenuto all’incontro del Forum nazionale italiano sui cristiani LGBT+ con un messaggio di inclusione, accoglienza e uguaglianza condivisa grazie al battesimo.
Può dunque affermarsi che si tratta di un notevole passo in avanti da parte della Chiesa, che avviene a pochi giorni di distanza dal riconoscimento da parte di Papa Francesco delle necessità delle unioni civili tra persone dello stesso sesso. Delle dichiarazioni considerate da molti una svolta epocale, qualcosa che nessun Papa ha mai fatto in precedenza e che segna un riconoscimento spirituale, ma non solo, per la comunità LGBT+ cattolica.
Anche con l’immensa quantità di critiche che Papa Francesco ha ricevuto dai gerarchi conservatori, il Papa continua, dunque, nella sua lotta alle discriminazioni. Infatti, poiché nominare i cardinali influisce anche su chi sarà il prossimo pontefice, il Papa mostra anche che sta progettando che il futuro della Chiesa continui in secondo questa direzione positiva circa il riconoscimento dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere.
Leggi anche:
-
Gli audio omofobi choc del primario e candidato sindaco per il centrodestra: «Tutti nel forno crematorio»
-
Onda Pride: oltre il milione a Roma, resistenza queer anche a Torino, Catania e Bergamo
-
La classifica dei Paesi UE più inclusivi per i professionisti LGBTQ+: tanta strada da fare per l’Italia
-
Inclusività nell’infinito: la NASA lancia una nuova bandiera arcobaleno cosmica
-
Farida Kant: la mia esperienza a Drag Race Italia