Una studentessa francese di 19 anni è stata raggiunta a 800 km da casa dal padre omofobo che l’ha minacciata di morte per la propria omosessualità.
La scorsa settimana la ragazza, originaria di Strasburgo, ha telefonato al padre per fare coming out e annunciargli il fatto che si fosse fidanzata con un’altra donna.
Invece di congratularsi con la figlia e supportarla, l’uomo ha reagito in maniera brusca e le cose sono presto andate per il verso sbagliato.
Dopo aver minacciato la ragazza al telefono, l’uomo ha lasciato Strasburgo per andare a farlo fisicamente a Narbonne, a 800 km di distanza.
Una volta raggiunta dal padre, notando il suo fare aggressivo, la ragazza ha trovato rifugio nei locali dell’Università.
L’uomo ha quindi provato ad entrare nel recinto della facoltà per inseguirla. Fortunatamente, però, gli agenti di sicurezza della struttura l’hanno respinto per poi chiamare la polizia affinché lo interrogasse.
L’accusa ha deciso, inizialmente, di rinviare il giudizio dell’uomo al tribunale penale.
I magistrati hanno qualificato le minacce di morte come un «comportamento sproporzionato», lasciando intendere che questa aggravante non si sarebbe presentata se la ragazza non si fosse nascosta nei locali universitari.
La giovane donna, la sua compagna e la madre della vittima hanno, però, deciso di sporgere denuncia e l’uomo è stato condannato a un anno di prigione.
Durante l’udienza, il 52enne ha dichiarato di non avere «alcun problema con l’omosessualità» e ha tentato di minimizzare le minacce, sostenendo di aver percorso 800 km per «avere una spiegazione, lasciare che mi dicesse la verità»
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