È un sabato dolceamaro per il movimento LGBT+ quello che volge al termine. Nella giornata che ha visto più di 60 piazze in tutta Italia chiedere l’approvazione di un’efficace legge contro l’omotransfobia e la misoginia e segnali importanti dalla politica, arriva anche una cattiva notizia: l’esame del ddl Zan alla Camera slitta ancora una volta a causa dell’emergenza Covid-19 e di chi la strumentalizza.
Attivisti LGBT+, esponenti polici e semplici cittadini si sono riuniti dando vita a dei flash mob e dei banchetti informativi che hanno colorato d’arcobaleno le piazze e i social. Dalle manifestazioni con gli slogan “Dalla parte dei diritti” e “Non un passo indietro” sono arrivate le stesse richieste: non si aspetti più e si approvi il testo originariamente depositato alla Camera, senza compromessi al ribasso.
Il punto più discusso è l’introduzione dell’articolo 3 sul “pluralismo delle idee e libertà delle scelte”, che secondo numerosi attivisti non solo depotenzierebbe l’efficacia della legge, ma legittimerebbe in alcuni casi l’omotransfobia e la misoginia. Alla maggioranza viene dunque chiesto di non cedere alle richieste della destra e di portare a casa una legge per cui valgano la pena tutti gli sforzi fatti finora.
Il sostegno di Zingaretti e l’ostruzionismo delle opposizioni
Un importante segnale è arrivato dal segretario del PD Nicola Zingareti, che in un tweet ha affermato: «Siamo con e nelle 60 piazze che oggi in tutta Italia chiedono rispetto, pari diritti e dignità. La legge Zan contro #omofobia e #misoginia non si deve fermare. Faremo di tutto per approvarla #DALLAPARTEDEIDIRITTI».
Tuttavia, il rischio dell’ennesimo slittamento della votazione degli emendamenti del ddl era nell’aria nel primo pomeriggio, quando il relatore Alessandro Zan ha reso noto con un tweet che i partiti di opposizione hanno chiesto «di fermare l’esame della legge contro l’omotransfobia e la misoginia utilizzando la scusa del covid, continuando a dire no al voto a distanza», aggiungendo che «è semplicemente vergognoso speculare su una situazione drammatica per fermare una legge di civiltà».
A confermare lo slittamento è stato Roberto Fico, che come riportato da Adkronos, ha comunicato: «Su richiesta dei capigruppo di opposizione – in virtù delle positività e delle quarantene che riguardano i loro gruppi – ci sarà lo slittamento del ddl Zan. Il provvedimento sarà esaminato la settimana seguente. Nei prossimi giorni però l’attività della Camera continuerà: in Aula con le discussioni generali, le interrogazioni e le interpellanze, e nelle commissioni parlamentari. È confermata anche la riunione della Giunta per il regolamento». Pertanto, le speranze dell’approvazione alla Camera entro fine mese non sono del tutto perdute.
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4 thoughts on “60 piazze si schierano #DallaParteDeiDiritti, ma il ddl Zan slitta di nuovo”
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