Nelle ultime ore la notizia dell’elezione di tre consiglieri nella lista “Popolo ercolanese” nelle elezioni amministrative dello scorso weekend per la città di Ercolano ha sollevato un polverone mediatico. Ma Aniello Iacomino, uno degli eletti, ha preso le distanze dal Popolo della Famiglia, il partito di Mario Adinolfi a cui la sua lista di appartenenza era stata associata per una doppia somiglianza, vale a dire nel nome e nel logo.
«I dirigenti della lista civica Popolo ercolanese – scrive il neo consigliere su Facebook – visto il clamore mediatico che sta suscitando in queste ore il post di Mario Adinolfi rappresentante del partito “popolo delle famiglie” vogliono sottolineare che la stessa lista civica “Popolo ercolanese” e i suoi rappresentanti in consiglio comunale non hanno nulla a che fare né con questo né con altro partito».
«A tal proposito – continua Iacomino – prendono nettamente le distanze dal partito che rappresenta Mario Adinolfi e dalle sue recriminazioni politiche e si domandano a quale titolo abbia annoverato quella della lista Popolo ercolanese tra le vittorie elettorali. A seguito dei commenti e delle azioni infamanti messe in atto attraverso i social network e non solo i dirigenti della lista “Popolo ercolanese”, che con grande sforzo si è imposta come terza forza della maggioranza, sono pronti ad agire per vie legali sia nelle civili che penali».
Delle dichiarazioni che vanno dunque in contrasto con le passate dichiarazioni di Adinolfi, che aveva rivendicato l’elezione al primo turno di ben 12 consiglieri su tutto il territorio nazionale e più del 10% voti per il Popolo della Famiglia nella città campana. La notizia aveva destato clamore, soprattutto all’interno della comunità LGBT+, perché la lista del Popolo Ercolanese era in una coalizione di centrosinistra insieme al PD e a Italia Viva.
La questione non è tuttavia sciolta. In uno screenshot riportato da GayNews, il coordinatore regionale campano del PdF replica al post del consigliere del Popolo Ercolanese, Massimiliano Esposito, smentendolo. «Caro Nello – scrive – come sai sono il coordinatore regionale del Popolo della Famiglia, sono colui che ha materialmente disegnato il simbolo acconciando il nostro, colui che ha chiamato Mario Adinolfi per difendervi quando rischiavate di essere ricusati (allora nei vocali registrati chiedevate di “ringraziare tanto Mario, Mario è un grande”), colui che ha sostenuto con forza la tua candidatura, colui a cui in queste ore vi siete rivolto chiedendo “prudenza” perché la “fase è delicata”, cioè ci sono gli assessori da nominare».
«Potrei produrre valanghe di Whatsapp, vocali, testuali comprovanti ogni passaggio di rapporto diretto tra il Popolo della Famiglia e la lista di Ercolano – aggiunge Esposito – Se richiesto lo farò. Nel frattempo vi siete coperti di ridicolo da soli negando un’evidenza».
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