L’anacronistica divisione dei registri tra maschile e femminile per le elezioni 2020 ha datto vita, nelle settimane scorse, alla campagna Io Sono Io Voto lanciata dall’Associazione Gruppo Trans e sottoscritta di più di cento associazioni per i diritti LGBT+. L’obiettivo di tale campagna è quello di ripensare le modalità di voto per dei seggi più inclusivi, che non discriminano quelle persone trans e non-binary che ancora non hanno ottenuto il cambio anagrafico del sesso e, pertanto, hanno dei documenti non conformi alla propria identità.
L’appello non è stato accolto dalla ministra Lamorgese, probabilmente a causa anche delle tempistiche ristrette, così sui social è stata diffusa un’iniziativa per richiedere nei seggi che venga verbalizzato un reclamo circa la modelità discriminatoria del registro del voto e della conseguente suddivisione in file basata sul sesso.
Tra coloro che hanno chiesto di mettere a verbale la propria segnalazione ci sono Anastasius e Serena, un ragazzo trans socio del Movimento Pansessuale – Arcigay Siena e la sua fidanzata, che però si sono visti negare anche questo diritto, nonostante il ragazzo abbia fatto presente alla presidente di seggio quanto fosse discriminante e di difficile fruizione per le persone trans in pre-T e per le persone non binarie che non hanno ancora i documenti rettificati.
«La presidente del seggio – racconta Serena – dopo aver detto che non vedeva nulla di male in tale gestione anche se palesemente discriminatoria, esce dalla stanza e si dirige verso di me in un atteggiamento palesemente ostile e infastidito. Cerco, con tutta calma, di spiegare le grosse problematiche che tale divisione può portare alle persone trans ma lei risponde che alla nascita noi nasciamo in un determinato genere, che ci viene assegnato e resta immutato e si rifiuta di prendere atto della nostra segnalazione ritenendola superficiale, invitandoci a protestare con il Ministero e chiedendoci malamente di allontanarci e segnalare tutto alle forze dell’ordine lì presenti».
«Se le circostanze fossero confermate – dichiara Greta Sartarelli presidente del Movimento Pansessule Arcigay Siena – saremmo di fronte ad un atteggiamento transfobico e discriminatorio inaccettabile ma soprattutto ad una palese violazione dell’art 74 e 104 del DPR 30 marzo 1957 n. 361 (Testo Unico delle Leggi Elettorali) che stabilisce che il segretario di seggio che si rifiuta d trascrivere le proteste o segnalazioni di un* votante a verbale rischia sanzioni penali e pecuniarie. Chiederemo agli organi competenti un chiarimento al riguardo e faremo luce su quanto accaduto, perché sia garantito il diritto al voto delle persone trans* in condizioni di sicurezza».
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