Dopo aver pubblicato diversi tweet in cui dava spazio alla propaganda TERF (femminismo radicale trans-escludente), le prime recensioni di Troubled Blood, il nuovo romanzo J.K. Rowling, parlano di quello che sembrerebbe l’ennesimo colpo basso nei confronti della già discriminata comunità trans.
Il nuovo romanzo della celebre scrittrice è il quinto della serie di Cormoran Strike uscito con lo pseudonimo di Robert Galbraith e la sua trama è rimasta segreta finché il Telegraph non ha pubblicato la sua recensione, facendo partire una nuova polemica contro la Rowling.
Secondo il giornale, infatti, il romanzo tratta il caso di una donna scomparsa nel 1974 che si ritiene sia la vittima di Dennis Creed , «un serial killer travestito». La recensione poi prosegue dicendo: «Ci si chiede che cosa penseranno i critici della posizione della Rowling sulle questioni trans di un libro la cui morale sembra essere: non fidarti mai di un uomo con un vestito».
Nonostante, lo ricordiamo, non ci sia correlazione tra l’essere trans e l’indossare abiti “da donna”, questo è bastato affinché l’hashtag #RIPJKRowling fosse di tendenza su Twitter ieri. Alcuni hanno twittato che sebbene la Rowling sia ancora viva, la sua carriera è molto probabilmente morta, mentre altri immaginavano che la Rowling se ne fosse andata in modo che potessero godersi la serie “Harry Potter” senza associare i romanzi e i film con lei.
in memory of jk rowling. she ain’t dead, but she killed her own career by proudly hating trans people & no one would really miss her that much anyway #ripjkrowling pic.twitter.com/H6akxK0cVv
— patback (@memeforhire) September 14, 2020
#RIPJKRowling she aint dead but her career is 😜 pic.twitter.com/45JReVZrRl
— dais (@robinlvrr) September 14, 2020
https://twitter.com/THEMADW0MN/status/1305526088815108098
J.K. Rowling è stata regolarmente criticata negli ultimi anni per i suoi commenti pubblici su uomini e donne transgender, incluso un tweet che ha pubblicato a giugno in cui derideva un titolo per l’utilizzo di un linguaggio inclusivo di genere in relazione alle mestruazioni. Nel 2017, Rowling è stata sotto i riflettori per aver apprezzato un tweet collegato a un articolo transfobico. In seguito è stata accusata di transfobia dopo aver apprezzato un tweet che si riferiva alle donne trans come “uomini travestiti”, sebbene il suo portavoce abbia affermato che la Rowling avesse cliccato il “mi piace” per sbaglio.
Anche i libri pubblicati non si sono salvati dalla sua logica TERF. Nel secondo libro di Cormoran Strike, The Silkworm, una donna di nome Pippa insegue il detective Strike prima di tentare di pugnalarlo. Strike la intrappola nel suo ufficio, rivelando la sua identità di donna trans, con Rowling che aggiunge una descrizione del suo pomo d’Adamo e delle sue mani. L’investigatore poi rivela il deadname di Pippa, ovvero il suo nome di nascita.
Tra i critici di più alto profilo, ancor prima che uscisse la recensione di Troubled Blood, c’era Cynthia Nixon. In un’intervista con The Independent questa settimana ha parlato dell’impatto dei commenti della Rowling sul figlio transgender, Samuel che ha amato la saga “Harry Potter” per tutta la sua infanzia. «I libri sembrano sostenere le persone che sono diverse, quindi il fatto che lei selezioni questo unico gruppo di persone che sono ovviamente diverse e in qualche modo neghi la loro esistenza è davvero sconcertante – ha detto Nixon – So che si sente come se stesse difendendo il femminismo, ma non capisco».
Nonostante i social non le diano tregua, però, J.K. Rowling sembra non voler tornare indietro sui suoi passi.
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