È online da ieri la petizione per cancellare il concorso “Il gay più bello di Italia”. La manifestazione, come si può facilmente immaginare dal nome, si pone come obiettivo quello di eleggere il ragazzo omosessuale più bello sul territorio nazionale. Il vincitore, si legge nel regolamento, oltre ad avere indubbie qualità estetiche dovrà impegnarsi socialmente una volta ottenuto il titolo.
Per Francesco Zingaro, Daphne Bohémien ed Enrico Caruso, promotori della petizione, “Il Gay più bello di Italia” segue «canoni estetici vetusti, fortemente patriarcali, che non appartengono all’idea di inclusività e valore alla diversità che persegue la comunità LGBTQIA+» e già per questi motivi andrebbe cancellato. «In un momento storico come questo andremmo rappresentati e rappresentate – sostiene Daphne in una delle sue storie su Instagram – la società si sta evolvendo, così come le persone, e un cambiamento come questo è importante per lanciare un segnale».
La petizione arriva dopo la bufera abbattutasi sull’ultimo vincitore, Antonio Veneziani, dapprima a rischio squalifica per alcune sue dichiarazioni sul Pride in un’intervista a NEG Zone e sul suo personale tour di sesso non protetto (lo “sfondatour”), quindi confermato come legittimo vincitore da parte degli organizatori del concorso.
«La comunità LGBTQIA+ è una comunità aperta e inclusiva, che si rifiuta di continuare a idolatrare e adottare canoni estetici eteronormativi – si legge nelle motivazioni della petizione – È una comunità transfemminista e intersezionale che rifiuta, di conseguenza ogni tipo di discriminazione. È una comunità che si impegna nella prevenzione e nella lotta all’HIV e a tutte le malattie sessualmente trasmissibili e, per questo motivo, rifiuta il messaggio lanciato da Veneziani che inneggia al sesso non protetto. È una comunità. Per questo motivo rifiuta un concorso di “bellezza” che esclude chiunque non sia “Bello, pompato e virile”».
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