Lo storico difensore del Milan e della Nazionale Alessandro Costacurta parla anche di Pride e rivendicazioni in un’intervista per Repubblica basata principalmente sul prossimo referendum per il taglio dei parlamentari, al quale Billy – soprannome del campione – voterà no per «non vedere le facce di Di Maio e Toninelli trionfanti».
«Nel 2015 andai con Giuliano Pisapia sul palco del Gay Pride – racconta il calciatore – Un’esperienza bellissima. Bella quasi come alzare la Coppa dei Campioni. È stata una delle mie giornate migliori. Una grande festa di civiltà. Ho davanti agli occhi Corso Buenos Aires pieno come un uovo. Senti che fai un battaglia per i diritti, cose che cambiano in meglio una società».
Sebbene Costacurta non sia il primo a rilasciare dichiarazioni pro LGBT+ – ricordiamo tra gli ultimi Paul Gascoigne, Louis van Gaal e Borja Iglesias – le sue dichiarazioni sono una rarità nel mondo del calcio maschile, un contesto in cui impera la mascolinità tossica, dove certi temi vengono nel miglior caso ignorati per paura delle reazioni delle tifoserie. «Alcuni temono di essere criticati – osserva l’ex difensore – altri rifuggono i contrasti, altri non hanno interessi culturali o sociali, ad altri ancora difetta la personalità per sostenere una polemica».
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