Un team di ricercatori francesi ha identificato un ceppo di HIV resistente a tutti gli antiretrovirali, compresa la PrEP. Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet, riporta un evento senza precedenti, poiché la trasmissione sessuale di un virus così resistente non è stata mai registrata in nessuna parte del mondo.
L’articolo scientifico riporta il caso di un ragazzo francese di 23 anni, che ha rapporti sessuali con altri uomini (MSM). L’uomo era stato testato a giugno 2019 ed era risultato negativo, ma è risultato positivo a seguito di un nuovo test a settembre 2019. A seguito ai test necessari per l’ideazione di una strategia terapica, il virus si è dimostrato resistente a quattro classi di antiretrovirali.
Un caso simile, sempre riportato nello studio, riguarda un uomo di 54 anni, anch’esso MSM e proveniente dalla stessa regione francese, l’Occitania. Anche in questo caso il ceppo di HIV non era sensibile alla terapia farmacologica. I ceppi in entrambi i pazienti potrebbero essere ricondotti ad un’unica mutazione evolutiva, ma non è stato possibile stabilire una storia di trasmissione diretta, pertanto si sospetta che esista almeno un altro elemento intermedio tra i due.
Pur non essendo i primi casi in cui il virus HIV manifesta una resistenza ai farmaci, il caso è insolito per l’elevato livello di multiresistenza e perché sembra avere una capacità di replica non danneggiata. Il primo caso di multiresistenza è stato scoperto a New York nel 2004. Ma i ceppi con tale caratteristica sono estremamente rari: solo lo 0,1% dei ceppi identificati mostra resistenza alle tre classi principali di antiretrovirali. Di solito, questa resistenza colpisce solo un farmaco della classe, lasciando altre opzioni di trattamento a differenza del ceppo scoperto che è resistente a tutti gli antiretrovirali convenzionali, gli stessi che si utilizzano nella profilassi pre- esposizione (PrEP).
«Non c’è un’ampia distribuzione di questo ceppo, perché la mutazione rende il virus più pesante e meno adatto a replicarsi – spiega al magazine LGBT+ francese Têtu il professor Pierre Delobel, capo del dipartimento di malattie infettive dell’Ospedale Universitario di Tolosa – Tuttavia questa scoperta ci costringe a stare in allerta, a essere vigili sulla sua evoluzione per controllarla».
L’emergere di un ceppo quasi invincibile di HIV è una minaccia reale e deve quindi essere oggetto di una sorveglianza particolarmente attenta da parte di virologi e medici, ma anche da parte delle associazioni locali che sponsorizzano la prevenzione. La ricerca avrà un ruolo cruciale, attraverso lo sviluppo di terapie alternative con nuovi farmaci. È importante sottolineare, però, che la prevenzione gioca un ruolo chiave nel rallentamento della diffusione del virus: avere rapporti protetti ed essere sottoposti a PrEP risulta ancora efficace nel 99% dei casi.
Leggi anche:
-
Gli audio omofobi choc del primario e candidato sindaco per il centrodestra: «Tutti nel forno crematorio»
-
Onda Pride: oltre il milione a Roma, resistenza queer anche a Torino, Catania e Bergamo
-
La classifica dei Paesi UE più inclusivi per i professionisti LGBTQ+: tanta strada da fare per l’Italia
-
Inclusività nell’infinito: la NASA lancia una nuova bandiera arcobaleno cosmica
-
Farida Kant: la mia esperienza a Drag Race Italia