Patrick Zaky, lo studente dell’Università di Bologna detenuto in Egitto dallo scorso 8 febbraio, ha rivisto sua madre: è la prima volta che l’attivista per i diritti umani rivede un membro della propria famiglia dopo più di 5 mesi e mezzo. A darne notizia è la donna tramite la pagina Facebook Patrick Libero – الحرية لباتريك چورچ.
«Sua madre ha raccontato che Patrick sta bene – si legge nel post – Ha perso un po’ di peso ed era leggermente diverso, ma in generale è in buona salute. Patrick ha chiesto per quanto ancora sarà detenuto infondatamente e si è mostrato preoccupato per lo stato dei suoi studi, che spera di poter riprendere al più presto».
«Nonostante sia stata una visita breve, speriamo abbia avuto un grande impatto nel cuore di Patrick, che ha potuto rivedere un volto caro dopo mesi di isolamento da chiunque gli voglia bene – scrive la pagina che chiede la liberazione di Zaky – Restiamo in attesa del giorno in cui Patrick sarà libero e potrà tornare dai suoi cari».
Lo studente egiziano, a cui è stata conferita dal Comune di Bologna la cittadinanza onoraria, è in carcere preventivo con le accuse di «diffusione di notizie false», «incitamento alla protesta» e «istigazione alla violenza e ai crimini terroristici». Il giovane attivista ha raccontato che, in seguito al proprio arresto, è stato torturato e detenuto in una cella in pessime condizioni igieniche. Da allora il tribunale del Cairo ha rinnovato diverse volte la sua detenzione preventiva, mentre i media lo hanno messo alla gogna per il suo attivismo per i diritti umani e per il suo dottorato sui diritti LGBT+, considerato «un forte scandalo».
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