Il New York Post riporta in auge la storia tra Skyler Sorensen e sua moglie Amanda che potrebbe sembrare una comune coppia di eterosessuali, se non fosse che entrambi sono attratti da uomini.
La coppia di 25enni si è incontrata meno di cinque anni fa in una congregazione della chiesa mormone per i giovani. Da lì i due hanno avuto un rapporto di amicizia per sei mesi, prima di decidere di intraprendere una relazione. Tuttavia Amanda ebbe da subito sospetti sulla sessualità di Skyler e lo affrontò direttamente.
Da quel momento, nella piena negazione della sua sessualità, Skyler ha intrapreso una serie di colloqui sul matrimonio con sua moglie Amanda poiché voleva nonostante tutto sposare una donna e avere dei figli. Ed è lo stesso Skyler, oggi, a raccontare in che modo ha superato l’ostacolo dell’attrazione sessuale. A suo dire, questo problema sarebbe stato risolto dopo diversi tentativi grazie al metodo trial-and-error, insomma imparando dagli errori a furia di tentativi.
Skyler e Amanda hanno coronato il loro sogno, hanno anche avuto un figlio, scomparso prematuramente alla venticinquesima settimana. Come mormoni, lui e Amanda credono che il matrimonio tra un uomo e una donna sia la chiave per la salvezza celeste. Quindi, la coppia ha cercato di far funzionare la loro insolita unione, nonostante il loro desiderio non corrispondente.
Skyler si lamenta della fredda accoglienza avuta dalla comunità LGBT+ in merito alla sua esperienza. «Chiediamo solo la stessa grazia e comprensione che chiedono le altre persone della comunità LGBT, perché siamo due adulti consenzienti», ha detto Sorensen cadendo dal pero e forse non rendendosi conto del pericoloso messaggio che può passare, ovvero quello che l’orientamento sessuale sia qualcosa che possa essere plasmato con l’esercizio al fine di seguire un rigido modello di famiglia imposto dalla propria religione.
Lo stesso Skyler scrive su Twitter: «Compagni gay, capisco perfettamente l’intensa difficoltà di provare vergogna per quello che siete. Ma forse è ancora più dannoso per noi stessi passare da un estremo della vergogna all’altro estremo dell’orgoglio. Possiamo scegliere di vantarci meno della nostra sessualità e di più della nostra eredità divina». Ma proprio non si spiega come mai non venga accolto dalla comunità queer con le fanfare.
Alla coppia auguriamo tanta felicità, ma il movimento LGBT+ ha bisogno di un altro tipo di narrazione, che passa per le storie di chi ha scelto di assecondare la propria natura, viverla senza vergogna e di rivendicarne il diritto.
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