Una donna trans è stata ritrovata priva di vita ieri sera a Roma, tra piazzale Pino Pascali e viale Palmiro Togliatti, nel quartiere Tor Sapienza. A dare l’allarme al Numero Unico per le Emergenze, una chiamata in cui una voce allarmata dichiarava di aver investito la donna, ma che aveva dei dubbi che il corpo fosse effettivamente esanime al momento dell’impatto.
Una volta giunti sul luogo indicato sia il personale del 118 che il Nucleo Investigativo dei Carabinieri non hanno potuto fare altro che constatare la morte della vittima. La salma subirà un’autopsia, per determinare la causa della morte, verificare che non ci siano altri segni di violenza oltre a quelli dell’impatto con l’auto e, soprattutto valutare se fosse viva o meno al momento dell’incidente. Secondo le fonti, investigative, infatti, il corpo della donna era già freddo quando i carabinieri sono arrivati sul luogo in cui si trovava il cadavere, per cui le indagini sono ancora aperte.
Sempre a Roma, lo scorso febbraio è stato rinvenuto il corpo di una donna trans sotto a un materasso sulle sponde del Tevere, mentre alcune settimane fa un’altra persona transgender ha minacciato il suicidio alla stazione dell’Eur dopo essere stata aggredita.
Non è da escludere che la donna trovata morta ieri a Tor Sapienza sia stata vittima di transfobia, come sottolinea Francesco Angeli, presidente Arcigay Roma. «L’Italia detiene il triste primato in Europa di omicidi a causa di odio transfobico – dichiara l’attivista – Le tante vittime degli ultimi anni fanno riflettere su quanto il tema della sicurezza e dell’isolamento delle persone trans nel nostro Paese sia totalmente fuori dall’interesse della politica, che dovrebbe rappresentare tutti».
Che la donna sia stata di vittima di transfobia o meno lo valuteranno gli inquirenti, quel che è certo è che è stata vittima di misgendering da diverse testate giornalistiche. Una terribile e decisamente sbagliata abitudine che dei giornalisti professionisti non possono né devono avere. «Come fin troppo spesso accade in questi casi – ha dichiarato Richard Bourelly di Azione Trans – questa donna trans non solo ha perso la vita, ma sta anche subendo il non riconoscimento della sua identità di genere, tutto a causa di quei giornalisti che ancora oggi nel 2020 non sono in grado di utilizzare i pronomi femminili».
«Il servizio Gay help Line sempre a disposizione di chi è vittima di transfobia. Continueremo ad impegnarci affinchè l’emarginazione verso le persone trans sia sconfitta al più presto – continua Bourelly – Per questo continueremo a monitorare l’andamento del testo della legge contro l’omotransfobia, attualmente a rischio a causa di emendamenti trasversali che ne svuoterebbero l’efficacia, ricordandoci che il testo è già una mediazione».
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