Dopo il rosario di Lizzano per implorare il fallimento del ddl Zan, la preghiera diventa strumento politico anche in provincia di Palermo, dove la predica di Don Calogero D’Ugo, detto Lillo, si trasforma in un comizio in cui la legge contro l’omotransfobia e la misoginia diventa qualcosa di demoniaco da sconfiggere.
In un video pubblicato dalla pagina ultracattolica Da chi andremo?, si può ascoltare un monologo di 7 minuti, in cui il prete invita ad opporsi al disegno di legge, definendolo un «rischio gravissimo» e utilizzando la metafora della «zizzania che verrà bruciata all’inferno dove c’è la dannazione eterna», davanti a alla piazza di Belmonte Mezzagno, dove si è raccolto un importante numero di fedeli.
https://www.facebook.com/dachiandremo/videos/759512231258570/
«In Senato c’è una legge bavaglio che vogliono approvare, la legge Zan-Scalfarotto – esordisce don Lillo facendo confusione tra le due Camere – È una legge che parla del reato di omofobia, cioè che se tu esprimi un parere contrario ai gruppi omosessualisti puoi andare in galera. Se tu dici “non sono d’accordo che due uomini adottino un bambino” puoi essere denunziato e processato. Se a scuola a tuo figlio vengono a fare educazione gender, che non vi sto qui a spiegare cos’è ma è andare contro la Natura che Dio ha creato, una madre che si ribella può andare sotto processo».
In realtà, come ognuno può verificare leggendo il testo base della proposta di legge, non è previsto alcun reato d’opinione e quindi il sacerdote e tutti gli altri fedeli potranno andare in giro a sostenere – contro ogni evidenza scientifica – che un bambino necessita di avere una madre e un padre, così come può dibattere circa il programma educativo delle scuole.
Quello che, qualora passasse la legge, essi non potranno fare è aggredire una persona, insultarla o discriminarla a causa del suo genere, orientamento sessuale o identità di genere. Per fare un esempio, si potrà continuare a sostenere che «l’utero in affitto sia una pratica immorale», ma non si potranno insultare le persone che ricorrono alla gestazione per altri con epiteti offensivi. Si potranno leggere dei versi della Genesi o del Capitolo I di San Paolo ai Romani, ma non sarà una buona idea negare l’accesso a un’attività commerciale a una coppia gay «perché lo dice la Bibbia». Nessun bavaglio, dunque, ma un atto di civiltà.
L’omelia del prete prosegue con dell’altra disinformazione: «Adesso in Italia abbiamo le categorie protette, sui preti puoi dire tutto, Dio lo puoi bestemmiare, sui giornalisti puoi dire tutto, sui politici no, sugli omosessuali se parli vai in galera». Anche qui ci sono davvero troppe imprecisioni per sperare che don Lillo si sia informato prima di predicare. I ddl Zan va a estendere le aggravanti già previste dalla Legge Mancino per le discriminazioni basate sull’etnia o sulla religione. Dunque, bisogna decidersi: o si potrà dire tutto sui preti e sulle persone LGBT+, oppure non sarà possibile per entrambe le categorie. Se il sacerdote ritiene che si tratti di un privilegio, forse non sa di essere già nella lista dei privilegiati in quanto cristiano, così come non sa che le bestemmie sono sanzionabili in quello che dovrebbe essere uno Stato laico.
Riprendendo le parole di padre Emiliano, la Chiesa non dovrebbe occuparsi di ciò che non è inerente alla spiritualità. Non la pensa però così il prete siciliano, che ha da ridire persino sulla calanderizzazione delle proposte di Legge in Parlamento, dando priorità all’economia rispetto al rispetto per il prossimo, contrariamente a quello che dovrebbe essere il messaggio evangelico. «Oggi con tutti i guai che in Italia abbiamo – afferma – con le aziende che falliscono, con la gente che non ha più lavoro, con il turismo bloccato, vedi che manovre si fanno!». La predica termina con un avvertimento: «Satana e i suoi angeli, i menzogneri, all’ultimo perderanno».
Un parrocchiano, che ha richiesto l’anonimato a causa del preoccupante clima, ci ha confidato: «Da cattolico e omosessuale mi rattrista vedere come l’omelia fulcro sacro della santa messa venga utilizzata per terrorizzare i fedeli con ipotetici scenari che si potrebbero verificare se venisse approvato il ddl. Mi rattrista vedere come tante persone accusano questo disegno di legge senza nemmeno averlo letto. Ribadisco che è un provvedimento contro l’odio non contro le opinioni. La Chiesa, madre e non matrigna dovrebbe professare amore e unione non divisioni».
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1 thought on “Palermo, l’omelia del prete diventa un comizio contro la legge contro l’omotransfobia”
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