Mentre alla Camera si aspetta la discussione della proposta di legge contro l’omotransfobia e misoginia, ieri in diverse città italiane si è manifestato a sostegno del ddl Zan con tre Pride e tre flashmob per “spazzare l’odio” omotransfobico.
Verona Pride
Centinaia le persone riunite in piazza Bra, nonostante i numerosi intoppi creati dall’amministrazione veronese. Motivo portante della manifestazione le numerose delibere e provvedimenti di natura omotransfobica che si sono susseguiti nel corso degli ultimi 25 anni. Provvedimenti mai revocati, nonostante le continue richieste da parte delle associazioni.
«Un pride senza padroni, sponsor e rappresentanti – si legge sulla pagina Facebook del Verona Pride – Ognun* ha portato in piazza il proprio corpo e la propria rivendicazione, il desiderio di essere quello che è a dispetto di omologazioni e pretesa “normalità”».
https://www.facebook.com/veronalgbtpride/posts/1556724231152057
Bari Pride
Più di 500 persone in piazza Libertà a Bari per il Pride statico organizzato nella città. Le attuali disposizioni sulla sicurezza non hanno impedito ai cittadini pugliesi di manifestare per i propri diritti. Un’organizzazione certosina ha garantito, infatti, che venisse rispettato il distanziamento sociale e l’obbligo di indossare la mascherina con ingressi contingentati.
Numerose le istanze dei manifestanti, primo tra tutti un appello affinché il 27 luglio si approvi il disegno di legge contro l’omotransfobia. Non sono mancate le rivendicazioni territoriali, come la richiesta di un rifugio antiviolenza per le persone LGBT+.
https://www.facebook.com/baripride2019/videos/732452237585447/
Rivolta Gaya Imola Pride
Non è mancato l’appuntamento della città con la Rivolta Gaya, la manifestazione che ogni anno colora le strade di Imola. Quest’anno, per ovvi motivi, non si è potuto dare via a una parata, ma gli organizzatori hanno optato per una manifestazione statica in piazza Gramsci a cui hanno partecipato circa 200 persone.
Diverse le rivendicazioni messe in campo dalla manifestazione, tra le quali una legge efficace contro l’omotransfobia e il finanziamento di centri antiviolenza. Non ultima la richiesta di essere riconosciuti a tutti gli effetti come soggettività libere e come famiglie.
«Viviamo in una società che esalta in continuazione la famiglia eteronormata, cattolica e basata sul matrimonio, come se fosse l’unica degna di esistere – ha dichiarato una delle organizzatrici al Corriere Romagna – ma l’unica famiglia naturale è quella che realizza la felicità di chi ne fa parte».
https://www.facebook.com/rivoltagayaimolapride/posts/719088542210549
Spazza L’Odio a Piacenza, Brescia e Biella
Tante le associazioni riunite al Facsal a Piacenza nel flashmob Spazza L’Odio a sostegno della campagna Da’ voce al rispetto. Tra le famiglie arcobaleno presenti anche quelle di di Martina e Claudia, e di Sara e Irene, che si sono viste condannare al pagamento di 20mila euro di spese legali al comune di Piacenza.
Toccanti gli interventi della mamma e della sorella di Elisa Pomarelli, ragazza lesbica uccisa lo scorso anno e di cui non si sa ancora la data di avvio del processo. «Elisa è stata uccisa in quanto donna e in quanto lesbica – ha detto la madre – Oggi siamo qui per lei, perché se fosse ancora viva sarebbe venuta alla manifestazione. Volevamo che attraverso di noi Elisa fosse qui». «Lasciare le cose come se nulla fosse successo – ha aggiunto la sorella – ci sembra un’ingiustizia ancora maggiore verso mia sorella, che è stata uccisa; l’inizio del processo ci sembra un diritto».
Un quindicenne è stato vittima di violenza omofoba proprio mentre stava andando a partecipare proprio alla manifestazione di Da’ Voce Al Rispetto. Fortunatamente non ha subito gravi danni fisici.
https://www.facebook.com/DaVoceAlRispetto/posts/143203334107232
Anche Brescia si è colorata ieri per la manifestazione Spazza L’Idio, organizzata in piazza della Vittoria. Il flashmob ha visto centinaia di persone munite di scope e spazzole manifestare a favore di una giusta legge contro l’omotransfobia e la misoginia. L’invito delle associazioni era di portare dei cartelli con degli insulti omotransfobici per far capire all’opinione pubblica che quelli sono il minimo che possa accadere ad una persona LGBT+ in Italia. Questi cartelli sono stati poi accartocciati e “spazzati via” simbolicamente.
https://www.facebook.com/DaVoceAlRispetto/videos/612711896030472/
A Biella il flashmob di Da’ Voce Al Rispetto si è tenuto in via Italia, sotto i portici del Comune. L’invito degli organizzatori era di partecipare vestiti in modo colorato ma con un nastro rosso in nome di tutte le violenze subite.
«Purtroppo, viviamo in un’Italia dove ragazzi e ragazze vengono cacciati di casa perché omosessuali, coppie che vengono aggredite perché passeggiano per strada. Donne che vengono picchiate, maltrattate, stuprate e uccise soprattutto da uomini che dicevano di amarle – ha dichiarato la la segreteria tecnica del PD Biellese in un comunicato stampa – Viviamo in un Paese in cui il colore della pelle o il paese di origine può fare la differenza. Non possiamo più tollerarlo, è necessario un cambio di rotta».
https://www.facebook.com/DaVoceAlRispetto/videos/589483301769034/
Il prossimo appuntamento è per mercoledì prossimo a Mantova, dove l’associazione Arcigay La Salamandra ha organizzato un flashmob per chiedere l’approvazione della legge contro l’omotransfobia ed esprimere solidarietà ad Alessio, il ragazzo mantovano attaccato su Instagram da un’avvocata (e “sentinella in piedi”) della città dei Gonzaga, per via del suo orientamento sessuale. Dopo il nostro articolo di denuncia, numerosi quotidiani locali e nazionali hanno dato visibilità alla vicenda e la cittadinanza si è stretta attorno ad Alessio. Da sabato prossimo si riprenderà poi con gli eventi di Da’ Voce Al Rispetto e le altre manifestazioni a supporto dei diritti LGBT+.
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