Mentre ci avvicinamo al 27 luglio, giorno in cui il disegno di legge contro l’omotransfobia e la misoginia arriverà in Aula, i quotidiani del nostro Paese continuano a riportare violenti episodi di discriminazione basati sull’orientamento sessuale e l’identità di genere.
Sono ben tre le notizie emerse alla cronaca nelle ultime 24 ore, una in Abruzzo e due in Sicilia, che vanno a sommarsi agli espisodi registrati dall’inizio del mese e a quelli della nostra mappa dell’omo-lesbo-bi-transfobia del primo semestre del 2020.
Mentre gli estremisti cattolici e le destre si organizzano per manifestare in tutta Italia contro quella che definiscono, in modo del tutto improprio, una legge bavaglio, le persone LGBT+ continuano ad essere aggredite, umiliate, discriminate. Raccontiamo questi tre terribili casi di omofobia, lesbofobia e transfobia per ripetere, ancora una volta, che L’Odio Non È Un’Opinione!
Un nuovo pestaggio omofobo in Abruzzo
Dopo l’aggressione omofoba registrata a Pescara due settimane fa, a Roseto degli Abruzzi un 17enne dichiaratamente omosessuale è stato avvicinato da un gruppo di 5 ragazzi che hanno iniziato ad insultarlo e schernirlo. La vittima ha tentato di allontanare gli aggressori, con scarso risultato visto che due dei cinque omofobi necessari ad intimidire un ragazzino hanno iniziato a schiaffeggiarlo.
Secondo quanto riportato dal quotidiano locale WallNews24, il giovane è riuscito a scappare e chiedere soccorso alla polizia locale che è intervenuta sul posto con scarsi risultati, visto che i presenti hanno negato di aver visto l’aggressione.
Sull’accaduto si è espressa la deputata del Movimento 5 Stelle Valentina Cornelli, originaria di Roseto degli Abruzzi. Oltre a manifestare la sua solidarietà alla vittima e alla famiglia ha sottolineato quanto questi episodi siano sempre più frequenti e come questi siano intrinsechi nella nostra cultura: «ritengo necessario che tutte le istituzioni prendano chiaramente posizione sul tema, non solo mediante l’ovvia condanna, ma soprattuto impegnandosi sul campo della cultura e dell’integrazione sociale».
Nel catanese si passa dall’attacco lesbofobico alla rissa
Nel centro di Caltagirone invece si è consumata una rissa tra adolescenti per l’orientamento sessuale di una ragazza di 20 anni, la quale è stata aggredita per il suo orientamento sessuale dopo essere stata chiamata con la versione maschile del suo nome.
Dall’attacco omofobo si è scatenata una violenta rissa tra la giovane, i suoi due amici, e il gruppo di omofobi. Nella colluttazione è stato rotto anche il vetro di un’automobile parcheggiata, e a nulla è servito l’intervento delle persone che abitano nella vicinanze, una delle quali ha cercato di distrarre il gruppo lanciando una secchiata d’acqua dal balcone, mentre altri sono intervenuti nella mischia.
Quando i Carabinieri sono giunti sul posto, erano presenti soltanto la vittima delle offese e i suoi amici, mentre l’altro gruppo si era già dileguato. La ragazza, che ha riportato delle escoriazioni al braccio, era visibilmente provata durante il colloquio con i militari; come riporta LiveSicilia, batteva ritmicamente le scarpe sull’asfalto e tremava, dicendo di essere orgogliosamente lesbica ma di non farcela più ad essere offesa per il proprio orientamento sessuale e la propria espressione di genere. Nel frattempo, una testimone, una signora sulla sessantina, si asciugava una lacrima mentre scambiava dei commenti con i vicini: «Che schifo è? Povera carusa…Ed erano tutti carusi».
Ragazzo aggredito a Palermo per aver difeso una persona transgender
Nove punti sul sopracciglio, di cui uno interno: è questo il prezzo costato a Roberto, 34enne palermitano, per aver difeso una persona transgender derisa e insultata da un uomo.
«Eravamo cinque ragazzi e quattro ragazze, stavamo risalendo che la scalinata che da piazza Caracciolo porta in via Roma – racconta Roberto a PalermoToday – Lì ho visto che c’era un trans (non è chiaro se trattasi di un uomo trans o di un caso di misgendering, ndr) che discuteva animatamente con un altro ragazzo al quale poi ha detto: ‘Sei un ignorante’. Mi sono rivolto al ragazzo dicendogli di lasciarlo stare perché non era giusto. Mi ha risposto: ‘Perché, ti immischi tu?’. Non mi ha fatto fiatare e mi ha dato un pugno in faccia. Ho deciso di non reagire, ho solo chiesto spiegazioni».
Roberto spiega che episodi di razzismo e omo-bi-transfobia sono frequenti alla Vucciria. L’uomo ha però deciso di non denunciare: «Avrei chiamato le forze dell’ordine per un intervento sul posto ma non ho voluto sporgere denuncia, ma se anche se l’avessero preso non sarebbe servito a nulla e mi sarei messo in una situazione scomoda. Sono tornato a casa e mi sono fatto suturare la ferita da mio padre che è un medico».
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