L’aggressione omofoba ai danni di una coppia gay bolognese a Vernazza ha suscitato la solidarietà di numerosi esponenti politici e della cittadina ligure, con la Pro Loco che ha offerto un alloggio alle due vittime del vile attacco. Fa discutere, tuttavia, il post del sindaco e presidente della provincia della Spezia Pierluigi Peracchini, che ha rimosso il termine «gay» dal proprio messaggio di vicinanza agli aggrediti.
I «turisti gay bolognesi» diventano così semplicemente dei «turisti bolognesi», rimuovendo ogni riferimento al movente della vittima: l’omofobia. Una scelta che, più che stilista, sembra politica dato che in questi giorni si sta discutendo del disegno di legge contro l’omotransfobia e Peracchini è un indipendente del centro-destra, schieramento politico prevalentemente contrario all’approvazione di tale legge.
RAOT, associazione di volontariato con sede in La Spezia che opera contro le discriminazioni di genere e orientamento sessuale, ha sottolineato il gesto del sindaco in un post Facebook: «A livello locale la giunta non ha mai manifestato segni di apertura verso le politiche di inclusione sociale. A livello nazionale, il partito che rappresenta sta facendo di tutto per ostacolare l’approvazione della legge Zan contro l’omolesbobitransfobia. L’omissione di una parola non è il problema. È la conseguenza».
https://www.facebook.com/reteantiomofobia/posts/2575938472736395
La retorica del considerare tutte le violenze uguali è infatti uno dei modi con cui la destra si sta opponendo alla proposta di legge, che prevede tra le altre cose un’estensione della legge Mancino al fine di punire più duramente le discriminazioni basate sul genere, l’orientamento sessuale e l’identità di genere. Fingere che l’omotransfobia non sia un fenomeno che vada combattuto con degli strumenti ad hoc, significa voler nascondere la polvere sotto al tappeto: basta guardare la mappa degli episodi del primo semestre del 2020 per rendersi conto della gravità della situazione.
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