La turbobufala sovranista sulla pedofilia nel ddl contro l’omotransfobia

Da alcuni giorni circola in rete, e in particolare su Twitter, una delle tante bufale create per delegittimare la proposta di legge Zan contro l’omotransfobia. L’obiettivo non è nuovo: per l’ennesima volta si cerca di associare l’omosessualità alla pedofilia.

Un post disinformativo, in questo senso, lo aveva condiviso alcuni giorni fa l’eurodeputata leghista Francesca Donato; ma questa volta siamo andati veramente oltre, passando da fantasiose ipotesi sulle derive di una legge contro l’odio alla manipolazione della realtà oggettiva, vale a dire del disegno di legge contro l’omotransfobia

Non è facile risalire a chi ha pensato di estrapolare un emendamento provocatorio (se così si può definire) del 2014, a prima firma del senatore Giovanardi (all’epoca in NCD) contro il ddl Scalfarotto, e spacciarlo per il testo base di cui è primo firmatario Alessandro Zan. La prima parte di tale emendamento recita:

All’articolo 3 della legge 19 ottobre 1975, n. 654, e successive modificazioni sono apportate le seguenti modificazioni:

a) al comma 1, alle lettere a) e b) sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: ”o fondate sull’odio ovvero disprezzo o comunque palese ostilità tesa concretamente a ledere l’incolumità, la dignità e il decoro delle persone che manifestino anche solo apparentemente, ancorché non apertamente, orientamenti omosessuali, bisessuali, eterosessuali, pedofili, se tali condotte discriminatorie siano poste in essere a motivo del loro orientamento sessuale e siano espressione di violenza o ostilità verso la persona e non di pensiero verso l’orientamento sessuale e lo stile di vita in sé”; […]

Lo scorso 26 giugno, la bufala era arrivata tra i commenti a un tweet di una giornalista titolare di una testata filo-sovranista, a cui non intendiamo dare immeritata visibilità. In quell’occasione, un suo lettore pubblica lo screenshot dell’emendamento di Giovanardi decontestualizzandolo, e lei – che si oppone al ddl Zan da giorni e quindi dovrebbe conoscerlo bene – replica: «È una vergogna che il DDL Zan-Scalfarotto parli di “orientamento” pedofilo e che se ne discuti [sic!] in Senato. La pedofilia è un reato. Dimostra il fatto che le violenze contro i gay non c’entrano nulla».

Da lì diversi utenti continuano a commentare, scrivendo indisturbati falsità come «Il PD vuole legalizzare la pedofilia». La giornalista sembra non capire (o non voler capire) l’equivoco e, come non bastasse, il giorno dopo retwitta (insieme a più di altre 500 persone) la bufala scritta da una signora che si autodefinisce un “avvocato pentito” su Twitter : «Nel silenzio dei media è stato approvato un emendamento alla legge sulla Trans-omofobia (DDL n°1052) che aggiunge i PEDOFILI ai soggetti che godranno della tutela. Guai a discriminarli! Tutelare dei mostri? Sdoganare idee aberranti?». Ovviamente quell’emendamento ostruzionistico non è mai stato approvato, né nel 2014, tantomeno in questi giorni, dato che ancora il ddl Zan deve ancora arrivare alla Camera (e poi al Senato).

https://twitter.com/do_nur/status/1276853022988079104

Passano le ore e la fake news arriva anche sulla bacheca di Diego Fusaro, che ancora una volta pubblica il testo dell’emendamento decontestualizzandolo. Il post sembrerebbe riferirsi al dibattito dei diritti LGBT+ di questi giorni, ovvero quello sulla legge contro le discriminazioni basate sul genere, sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, e il saggista aggiunge: «Solo a me pare che vi sia qualcosa di strano?».

Per fortuna, il tweet di Fusaro è stato inondato di commenti di debunking, che non sono però bastati a far cancellare il post dall’autore. Non soddisfatto, poco dopo, Fusaro pubblica un secondo tweet in cui afferma: «Che l’odio sia punito, mi pare ottimo, quale che sia il soggetto che lo subisce. Il tranello sta nel far passare per odio tutto ciò che non rientra nel nuovo ordine erotico. Dire che per natura un bambino nasce da un uomo e da una donna è odio?». Un’ulteriore disinformazione, dato che il ddl Zan non prevede il reato d’opinione.