Alessandro Di Battista parla delle «volgari forme di trasgressione durante i Gay Pride»

Ci mancava l’ennesimo attacco al Pride. Nell’anno in cui non è stato possibile organizzare le iconiche parate, ancora una volta da un uomo bianco, etero e cisgender. Non si tratta di un esponente della destra del duo Salvini-Meloni, ma di Alessandro Di Battista, considerato tra i più progressisti attivisti politici del Movimento 5 Stelle, che ha scelto di tirare in ballo le manifestazioni dell’orgoglio LGBT+ per criticare le modalità con cui si richiede la legalizzazione della cannabis.

«Volete la regolamentazione della produzione e della vendita della cannabis? Allora evitate di farvi i selfie con una canna in mano – scrive Di Battista su Facebook – Si tratta di gesti infantili ed altamente controproducenti. Ricordano coloro che pretendono di ottenere un miglioramento dei diritti civili per gli omosessuali esibendosi in volgari forme di trasgressione durante i Gay Pride».

Per il politico romano «ogni forma di comunicazione individualistica ed autoreferenziale allontana il raggiungimento del risultato»e lo farebbe «ancor di più se riguarda battaglie che dovrebbero essere sociali e quindi collettive».

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Non poche le contestazioni sotto al post, tra cui quella di Simone Alliva,  autore del libro-inchiesta “Caccia all’Omo”: «Caro Alessandro Di Battista il movimento Lgbt non si batte solo per la libertà di essere gay o etero. Si batte per la libertà di essere qualunque tipo di etero, gay, lesbica, bisessuale e o transessuale tu voglia essere. Si batte anche per te. Fai pace con te stesso. Buon Pride Month».

Sulla propria bacheca il giornalista aggiunge: Gente che vorrebbe i Pride italiani non come Parigi, Londra o New York ma come Teheran, dove i carri sono vietati. Il Pride è la storia di una rivolta, è la celebrazione di una liberazione, è la rivendicazione dell’esistenza in vita di una comunità fatta di identità diverse. Dalle più rassicuranti alle più luminose. Lo scrisse tempo fa magistralmente Joe Jervis: “Ci vorrebbero invisibili. Non lo siamo. Balliamo!”».

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