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L’Ordine degli Psicologi delle Marche appoggia il ddl contro l’omotransfobia

Anche l’Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi delle Marche si schiera contro le discriminazioni e l’omobitransfobia. Con il via libera della discussione in Commissione Giustizia della Camera di una legge contro le discriminazioni basate sul genere, sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, si sono aperti numerosi dibattiti riguardanti il contenuto del ddl di cui è relatore Alessandro Zan.

Tra tutte le opinioni e i pareri sulla questione venuti fuori in questi giorni, spicca il punto di vista dell’Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi delle Marche che in una nota si dichiara favorevole ad «ogni azione che sia in grado di garantire e tutelare la salute psicologica delle persone e che vada in questa direzione».

«Il nostro mandato etico-deontologico, ci chiede di ribadire che l’omosessualità è una variante naturale e normale del comportamento, dell’espressione della sessualità e dell’affettività dell’essere umano, e che non esistono terapie atte a modificare l’orientamento sessuale di una persona. Lo stesso dicasi per l’identità di genere – si legge nella nota – Affermare il contrario significa promulgare un’informazione scientificamente priva di fondamento, nonché portatrice di un pericoloso sostegno al pregiudizio sociale omotransfobico, ancora così fortemente radicato nella nostra società».

Facendo capo poi all’indagine condotta sulla popolazione LGBT+ della Fundamental Rights Agency dell’Unione Europea, la nota evidenzia quanto gli atteggiamenti omotransfobici possano influire sul benessere psicologico di chi li subisce, minando il concetto stesso di benessere e sicurezza all’interno del proprio Paese.

«Numerose sono le violenze e le discriminazioni subite dalla popolazione LGBT+ nei diversi contesti di vita e la ricerca scientifica ha ampiamente dimostrato una forte correlazione tra condotte discriminatorie di matrice omotransfobica e l’insorgenza e l’aumento di disturbi psicologici nella popolazione LGBT+ – scrive l’Ordine – Una tutela contro queste discriminazioni avrebbe anche un significativo impatto secondario, perché in grado di diminuire la necessità di attuare interventi a posteriori, col loro relativo costo sociale e sanitario, favorendo così una maggiore percezione di benessere collettivo e di sicurezza».

Una presa di posizione netta e a favore di scienza, come era logico aspettarsi da tale istitutuzione che combatte da sempre tutte le forme di discriminazione. L’Ordine, infatti, tenendo fede al suo codice deontologico consiglia anche di promuovere «attraverso la sua comunità professionale, di formazione e di prevenzione contro il bullismo omotransfobico, a favore della parità tra i generi, di educazione al rispetto delle differenze e ad una affettività e sessualità consapevoli».