Francesca, interpretata dalla modella transgender, cattolica ed attivista Harlow Monroe, è la protagonista del nuovo fashion movie dedicato alla collezione Pride di Diesel, l’azienda vicentina di Renzo Rosso.
Lo spot, realizzato dal regista Francois Rousselert in collaborazione con l’associazione Diversity, racconta la storia di una donna come tante, la mattina si alza, prende la sua pillola di ormoni, si guarda allo specchio e balla in reggiseno in camera quando nessuno la vede. Va in università dove disegna durante le lezioni, compila documenti, esce a ballare con le amiche e segue la sua vocazione.
Una vocazione letterale quella di Francesca che alla fine dello spot lascerà i suoi jeans preferiti per l’abito talare, diventando suora, dove verrà accolta con gioia dalle consorelle, alle quali non importa da dove venga la nuova arrivata, ma festeggeranno insieme sotto lo slogan «Diesel: For Successful Living». I nostri sogni sono il nostro successo, qualsiasi essi siano e a Diesel non importa se con o senza i suoi jeans o con un lungo abito nero, basta che noi siamo felici.
Un messaggio splendido, quello della multinazionale della moda italiana, non condiviso da Elena Donazzan, Assessora di Istruzione, Formazione e Lavoro per la regione Veneto, la quale definisce lo spot «volgare e assolutamente violento», i farmaci della terapia ormonale come «demoniaci», con il linguaggio del bulletto della prima liceo chiama il regista «fallito» e «sfigato» e per chiudere in bellezza chiede di mettere giù le mani da Cristo, perché si sa: la fede cattolica appartiene solo a eterosessuali e cisgender. L’esponente della destra veneta si dichiara spaventata all’idea che lo spot possa indurre altri giovani a prendere farmaci, tema molto caro all’Assessora che nello stesso video postato su Facebook definisce le persone con disturbi d’ansia «farmaco dipendenti».
https://www.facebook.com/DonazzanElena/videos/873345029839674/?v=873345029839674
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