Gli aneddoti legati alla vita dell’attore Alberto Sordi, che proprio domani avrebbe compiuto cent’anni, sono molti: dalle sue capacità interpretative alla divertente notte passata in una sauna gay nella New York degli anni Settanta. A raccontare al Messaggero la sua amicizia con Sordi, Enrico Vanzina, figlio di quello Steno che con Sordi lavorò in Un giorno in pretura e Un americano a Roma.
Da sempre amico della famiglia Vanzina, Sordi frequentava soventemente la casa dei fratelli Carlo ed Enrico, diventati poi registi e produttori, ma allora bambini. «Era una persona buffa, buffissima – racconta lo sceneggiatore – La sua forza era quella di fotografare le persone, soprattutto i difetti degli italiani, e portarli sullo schermo».
I ricordi del regista ci svelano una persona dalla battuta sempre pronta, dall’umorismo immediato e pungente, come quella volta in una sauna gay a New York. Era il Natale del 1972 e Sordi e la famiglia Vanzina avevano deciso di festeggiarlo assieme a Dino De Laurentis nella sua casa a New York.
«Dopo la mezzanotte Silvana Mangano ci portò in un luogo che allora faceva scalpore: una sauna gay. Si chiamava Continental Baths – narra il produttore – Il locale era pieno di giovani omosessuali che ballavano mezzi nudi. Sordi, spaesato, si fermò ad osservare un ragazzo efebico, in piedi su un tavolo, coperto da un minuscolo telo bianco, che danzava accompagnato dal battimani degli amici».
Quello che Sordi non poteva sapere, però, era che quel bellissimo fanciullo fosse un italiano in vacanza che lo avrebbe riconosciuto in una manciata di secondi. «Ad un certo punto lui si girò e vedendo Alberto esclamò: “Alberto Sordi!” – dice Vanzina – Alberto fece ancora una volta la sua risatina e gli disse: “Ma che stai a fa qui? Mò te pijo per le orecchie e te riporto in Italia a casa da mamma!”».
Un aneddoto divertente, che ci racconta dell’apertura mentale di un grande artista di altri tempi.
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