Tra i numerosi eventi virtuali che, a causa della pandemia di Covid-19, stanno prendendo il posto delle storiche parate dei Pride, su STREEEN ha oggi inizio una programmazione di film dei registi Ottavio Mai e Giovanni Minerba, una coppia che ha fatto la storia del cinema d’autore per quanto riguarda la tematica omosessuale, nonché protagonisti dell’attivismo LGBT+ torinese.
«L’idea mi è arrivata dai ragazzi di STREEEN – racconta Minerba a NEG Zone – mi hanno scritto e non ho esitato ad accettare la proposta, un modo per dare in mio contributo al Pride 2020». L’iniziativa è infatti il frutto della collaborazione del portale di streaming per il cinema indipendente e d’autore insieme al Cooordinamento Torino Pride, il Circolo Maurice, l’Associazione Sunderam, la Trans Freedom March e il Divine Queeer Film Festival.
Nei tre venerdì da qui alla fine del mese, sarà possibile guardare gratuitamente in streaming alcune pellicole pubblicate negli anni ’80. «I film li ho scelti io – spiega – ho pensato in parte ad una sorta di cronologia partendo con i primi due lavori girati (“Dalla vita di Piero” e “Messaggio”) in programmazione il primo giorno, continuando così negli altri appuntamenti, con una varietà di argomenti».
Tra questi, Minerba confida di avere difficoltà a scegliere a quale sia maggiormente legato: «Molti dei nostri lavori sono pezzi di nostra vita messi in scena… Sicuramente il primo “Dalla vita di Piero”, che ovviamente è il punto di partenza della nostra avventura, poi “Partners” che rappresenta un nostro personale momento molto intimo».
Quello di Mai e Minerba è in cinema in cui i cinefili delle nuove generazioni non si rivedranno nella forma – lavoravano da autodidatti con mezzi non professionali e attori non professionisti – ma nel quale sicuramente potranno ritrovare temi tutt’ora attuali. I tempi sono cambiati in modo relativo anche per quanto riguarda i diritti che, alla vigilia della discussione del ddl contro l’omotransfobia, non potranno essere rivendicati in modo tradizionale nelle piazze. Tra cui quelle del capoluogo piemontese, dove 40 anni fa i due registi marciavano in occasione del primo Torino Pride, pochi anni prima di fondare il Lovers Film Festival.
Minerba crede che l’entusiasmo del movimento LGBT+ nel portare avanti le proprie battaglie sia stato mantenuto nel tempo, ma che non sia stato sempre utilizzato in modo continuo. «Vorrei augurarmi che questo momento ci possa portare ad alzare lo sguardo dal proprio ombelico e guardare dritti, tutti insieme, agli obbiettivi necessari da raggiungere, tra cui l’approvazione della legge contro l’omotransfobia – ci dice – Cosa fare adesso? Intanto urlare un forte NO alla CEI, se necessario in tutte le chiese, magari con in mano un cartello “CACCIA ALL’OMO” o con il libro di Simone Alliva con lo stesso titolo».
L’attivista seguirà questa nuova battaglia dal Salento, sua terra d’origine, dov’è tornato a vivere stabilmente a distanza di un anno dall’unione civile con Damiano Andresano. «Dopo 46 anni vissuti a Torino mi mancheranno soprattutto un po’ di Amici, il grande abbraccio del pubblico del festival e il Coordinamento Torino Pride – ci confida – il resto sarà sicuramente ripagato dal mio giardino, dagli amici e parenti salentini, dal sole, dal mare e dal vento».
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