Il film “La mia banda suona il pop”, con la regia di Fausto Brizzi e la produzione di Luca Barbareschi, è al centro di una polemica per l’utilizzo di un insulto omofobo come battuta all’interno di una scena che vede Christian De Sica, vestito da colf in una lavanderia, inveire contro un altro personaggio.
Il portavoce del Gay Center, Fabrizio Marrazzo, ha pubblicato sui propri canali social tale scena, condannando il tipo di comocità proposta dalla pellicola resa disponibile pochi giorni fa su Chili.
«Tralasciando il fatto che mi complimento con gli autori del Film La Mia Banda Suona Il Pop per la totale mancanza di creatività – scrive l’attivista LGBT+ – vorrei ricordare che noi “FR**I” Gay Center combattiamo ogni sacrosantissimo giorno contro le discriminazioni verso le persone LGBT e ci aspettiamo un minimo di tatto da parte di chi fa cinema, un’arte che dovrebbe educare e non continuare ad alimentare uno “sfottó” già largamente diffuso. Peraltro il film è stato presentato pure a Sanremo 2020 , sulla Rai che farti vedere un film LGBT in prima serata devi aspettare un eclissi solare».
#LaMiaBandaSuonaIlPop complimenti per la totale mancanza di creatività, i “FR**I” @gaycenter_it #sanremo2020 #Rai #LGBT #Omofobia #LGBTLiveMatters #gay #lesbian #Trans #bisexual #desica #christiandesica #ghini #barbareschi #lucabarbareschi pic.twitter.com/5KilcZu8Dm
— Fabrizio Marrazzo (@MarrazzoFab) June 12, 2020
Leggi anche:
-
Gli audio omofobi choc del primario e candidato sindaco per il centrodestra: «Tutti nel forno crematorio»
-
Onda Pride: oltre il milione a Roma, resistenza queer anche a Torino, Catania e Bergamo
-
La classifica dei Paesi UE più inclusivi per i professionisti LGBTQ+: tanta strada da fare per l’Italia
-
Inclusività nell’infinito: la NASA lancia una nuova bandiera arcobaleno cosmica
-
Tutta la mia vita (o quasi): la drag Peperita racconta Giacomo