Siamo appena entrati nel mese del Pride Month, mese in cui cade la ricorrenza dei cosiddetti moti di Stonewall: la notte fra il 27 e il 28 del giugno 1969 nello Stonewall Inn di New York, uno dei gay bar più conosciuti nella Grande Mela, ebbero inizio delle rivolte che segnarono la nascita del movimento di liberazione gay che, dal quartiere di Greenwich Village, conquistarono poi tutto il mondo.
All’epoca dei fatti, le retate della polizia nei locali gay e nei night club erano all’ordine del giorno fino agli anni sessanta e la notte del 28 giugno otto agenti di polizia arrestarono coloro che vennero trovati privi di documento d’identità e coloro vestiti con abiti considerati appartenenti al sesso opposto.
Sylvia Rivera e Marsha P Johnson
La leggenda narra che Sylvia Rivera, donna transgender presente quella notte allo Stonewall Inn, si ribellò (c’è chi dice che lanciò una bottiglia contro un agente, chi invece che lanciò un tacco) e, in compagnia di Marsha P Johnson, diede il via alle rivolte che fecero riversare la folla per la strada obbligando i poliziotti a doversi inizialmente ritirare. Le proteste proseguirono per diverse notti che culminarono con decine di arresti.
Questa versione, rimasta alla storia, non è però mai stata confermata dalle stesse protagoniste nonché indiscusse leader dei moti di Stonewall.
Marsha P Johnson affermò addirittura che non era presente quando la rivolta esplose, ma che giunse sul posto alle 2 di notte, quando tutto era già iniziato. «Mi è stato dato il merito di aver lanciato il primo cocktail da molti storici, ma mi piace sempre correggere – ha dichiarato nel 2001 – Ho lanciato il secondo, non ho lanciato il primo!». Nemmeno Sylvia Rivera ha mai voluto i meriti e, nel 1989, ha raccontato di una ribellione di gruppo, sorta dopo che gli avventori del locale si guardarono negli occhi l’un l’altro dopo l’ennesimo sopruso.
Stormé DeLarverie
Una versione più accreditata attribuisce l’inizio dei moti di Stonewall a Stormé DeLarverie, donna lesbica butch che, secondo la sua stessa testimonianza e quella di diversi testimoni oculari, iniziò un tafferuglio con gli agenti di polizia. Nata a New Orleans nel 1920 da madre afroamericana e padre bianco, è ricordata come un’icona dei diritti civili omosessuali e un’intrattenitrice e performer, conosciuta ai più come la “Rosa Parks della comunità gay”.
Si dice che la notte del 28 giugno fu scortata dal locale al vagone della polizia e combattè con almeno quattro agenti di polizia, urlando e imprecando per dieci minuti. Da lì iniziò il clamore della folla. Il resto è storia, ed è una battaglia che la comunità LGBTQ+ attraverso lotte civili come i Pride continua a combattere ancor oggi, poiché appartenere alla comunità è ancora un rischio in alcuni Paesi in cui vige la pena capitale o l’incarceramento.
Leggi anche:
-
Gli audio omofobi choc del primario e candidato sindaco per il centrodestra: «Tutti nel forno crematorio»
-
Onda Pride: oltre il milione a Roma, resistenza queer anche a Torino, Catania e Bergamo
-
La classifica dei Paesi UE più inclusivi per i professionisti LGBTQ+: tanta strada da fare per l’Italia
-
Inclusività nell’infinito: la NASA lancia una nuova bandiera arcobaleno cosmica
-
Guida pratica all’arte del bottoming
3 thoughts on “Sylvia Rivera o Stormé DeLarverie: chi diede il via ai moti di Stonewall?”
Comments are closed.