Dopo la recente pronuncia del parlamento ungherese, che ha posto fine al riconoscimento legale dell’identità di genere, si registrano proteste nel Paese, con persone transgender e intersessuali che stanno bruciando i propri certificati di nascita in segno di protesta.
La legge, che riporta il Paese indietro di secoli, prevede che il genere sia riconosciuto sulla base dei cromosomi di nascita impedendo di fatto che le persone trans possano modificare il loro genere e il loro nome sui documenti.
Diverse le proteste e le campagne di sensibilizzazione. ILGA-Europe ha dato vita ad una petizione per la tutela dei diritti fondamentali delle persone trans e Intersessuali e Katrin Hugendubel, portavoce per ILGA-Europe, ha dichiarato: «Il riconoscimento legale di genere è il fondamento dell’accesso all’uguaglianza e alla non discriminazione per le persone transgender e intersessuali. Senza di essa, queste popolazioni sono soggette a immensi stigmatizzazioni, discriminazioni, molestie e violenza ogni volta che usano i loro documenti di identità: in banca, quando vanno dal dottore, quando fanno domanda per un lavoro o anche quando fanno domanda per un contratto di telefonia cellulare».
Anche Amnesty International ha dato via ad una campagna di sensibilizzazione chiedendo a tutti di inviare un’email per chiedere al Commissario ungherese per i diritti fondamentali di porre fine urgentemente a questa spaventosa legge al fine di richiedere un riesame da parte della Corte costituzionale.
Si spera, dunque, che le voci internazionali possano consentire una nuovo riesame della legge, dato che al momento l’Unione Europea è la gande assente di questa vicenda.
🏳️🌈🇭🇺BREAKING Trans activists are coming together on the historical Heroes Square in Budapest to fight the Hungarian ban on legal recognition of trans and intersex people.
The FIGHT is not over. More to come! This will be Stonewall all over again! pic.twitter.com/4m4OlN51EG— Rémy Bonny (@RemyBonny) May 29, 2020
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