Sempre più genitori accettano la transessualità dei propri figli fin dalla tenera età, lasciando questi vivere in serena libertà con la propria identità di genere. In tale ottica si è inserita anche la recente festa di rivelazione del genere che una madre, Zoe Lynn, ha organizzato per la sua bambina trans di 6 anni, Avery, motivata dalla stessa con un post su Facebook, diventato subito virale.
«Lo ammetto – scrive Zoe – Non sono riuscita a capire il cammino di diversi gruppi di persone. Nel corso degli anni, ho cercato di educare me stessa sulla comunità LGBTQ e sulle lotte che hanno dovuto affrontare. Mi piace pensare di essere empatica. Che sono di mentalità aperta. A 2 anni, mia figlia (a cui era stato assegnato il genere maschile alla nascita, ndr) ha chiesto un vestito da principessa e senza batter ciglio era nel carrello della spesa».
Zoe ha spiegato come la cameretta di sua figlia era occupata per metà da automobili e per la restante parte da bambole e principesse. Quando Avery è stata iscritta alla Scuola di Musical e la maestra ha indicato quali fossero i costumi da bambino tra cui poteva scegliere, lei ha optato per un altro: un abito viola da principessa.
«Per favore, non fraintendetemi – si legge nel post – Ho pianto per questo. Mi sono innamorata di un bambino per anni e ho dovuto rinunciarci. Ho dovuto piangere il ricordo di aver dato un nome a mio figlio e le cose “maschili” che probabilmente passerà il resto della sua vita a cercare di dimenticare. Ho pianto perché so che la vita di mio figlio sarà molto più difficile di quella degli altri bambini. Ho pianto perché so di non aver capito prima, e ora tante altre persone che non hanno ancora capito punteranno la loro mancanza di comprensione su mio figlio».
La madre ha poi spiegato cosa l’ha fatta smettere di piangere: «Per quanto io senta di aver faticato, per lei sarà molto più difficile. E anche se abbiamo già alcune persone nella nostra vita che non sono esplicitamente solidali, abbiamo un INCREDIBILE, FANTASTICO gruppo di persone che non l’ha mai fatta sentire più amata. Quindi, come mamma orgogliosa di una bambina di 6 anni, vorrei presentarvi mia figlia Avery».
Le feste di rivelazione del genere del proprio nascituro stanno prendendo piede anche nel nostro Paese, ma c’è chi preferisce dar peso più agli organi genitali del proprio bambino o della propria bambina che accettare la sua identità di genere. Inoltre, rifiutare la disforia di genere del proprio figlio porta questi ad avere delle ritorsioni sulla propria salute mentale, che potrebbero portarlo anche al suicidio, altresì causato dalle cosiddette “terapie riparative”, praticate da taluni medici che assecondano i genitori transfobici, con possibili danni al benessere psicofisico delle persone transgender.
https://www.facebook.com/zoe.petitt/posts/10158540210548699
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