Sono cominciate oggi le audizioni in Parlamento sulla proposta di legge contro l’omotransfobia, calendarizzata alla Camera dei Deputati il prossimo luglio, e c’è già chi ha portato al centro della discussione tesi barcollanti dal punto di vista scientifico. Si tratta di, Mauro Ronco, professore emerito di Diritto penale presso l’Università degli studi di Padova e relatore del Congresso Mondiale delle Famiglie di Verona, che nel suo intervento – grazie all’invito della Lega – mette insieme gli orientamenti sessuali con i disturbi sessuali.
«Siamo di fronte a norme che vorrebbero tutelare tutte le forme di orientamento sessuale e a tutte le dottrine o le procedure dirette a staccare l’identità sessuale della persona dall’identità biologica – ha affermato il professore – Qui non siamo soltanto su una normativa sull’omofobia».
Ronco prosegue sostenendo che «siamo di fronte a una normativa che vorrebbe censurare le critiche contro potenziali orientamenti sessuali ancora oggi considerati come espressioni di disturbi di carattere sessuale, pensiamo al voyeurismo, pensiamo al masochismo, pensiamo al sadismo, eccetera. Siamo di fronte a una norma che potrebbe portare alla censura di tutta una serie di opinioni, ancora oggi largamente valide, che io ritengo valide, di critiche forti a comportamenti e a tendenze che potrebbero essere alla base di atteggiamenti e di comportamenti violenti, mi riferisco in particolare al masochismo, al sadismo, eccetera».
Come riporta L’Espresso, l’on. Alessandro Zan, primo firmatario della legge, ha commentato a caldo: «È una dichiarazione retriva che si commenta da sola. Un professore di diritto penale che parla di voyerismo e sadomasochismo evidentemente uscendo dalle proprie competenze. La stragrande maggioranza dei giuristi è a favore di questa legge e c’è una piccola parte che viene invitati dai leghisti per fare uscite del genere. Ma va benissimo, un’audizione non si nega a nessuno anche se un po’ colorata».
Fa strano dover sottolineare come voyeurismo, masochismo e sadismo non siano orientamenti sessuali e non hanno i requisiti per essere riconosciuti tali in quanto, per definizione, l’orientamento sessuale si riferisce a un modello duraturo di attrazioni emotive, romantiche e/o sessuali per uno, nessuno o più generi. Niente a che vedere con parafilie o con, citando il professore, i «disturbi di carattere sessuale». Ma siamo solo all’inizio, prepariamoci a sentirne delle “belle”.
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