Lo scorso 17 maggio, in occasione della giornata mondiale contro l’omobitransfobia, a Genova un gruppo di sei ragazzi ha violato le restrizioni previste dal DPCM sul Coronavirus per girare un video in cui incitavano all’odio nei confronti delle persone LGBT+, per poi caricarlo su Instagram con la scritta: «Gay Pride morite» in mezzo ad altri post in cui apostrofano le donne come «put**ne». Post poi cancellato insieme a delle scuse.
Ne dà notizia il comitato del Liguria Colorata Pride, che in un post Facebook ha dichiarato di aver denunciato i protagonisti del video. «Odiare ha un peso – si legge nella nota – forse per la coscienza o anche solo per la paura quando gli effetti sono diversi da quelli che si erano considerati. Odiare ha delle conseguenze, nelle relazioni famigliari e con gli altri, se gli altri ti fanno sentire quello sbagliato. Odiare ha un costo, perché, nonostante quello che fanno credere certi politici che diffondono odio e salgono nei sondaggi, la legge può punire questi comportamenti».
Un atto legale ma anche politico, dunque, quello del coordinamento che ogni anno organizza in Liguria la manifestazione simbolo dell’orgoglio LGBT+, che ha ringraziato le avvocate Elena Fiorini ed Ilaria Gibelli per il loro aiuto.
https://www.facebook.com/1505596499663992/posts/2544431109113854/
Anche l’associazione Arcigay Genova è intervenuta nella vicenda con una lettera al sindaco Marco Bucci e al Direttore Generale dell’Ufficio scolastico regionale della Liguria Ettore Acerra, nella quale viene sottolineato come questo grave fatto dimostri quanto sia «evidente l’urgenza e l’improcrastinabilità già dal prossimo anno scolastico di attività educative positive contro la discriminazione e l’omofobia».
https://www.facebook.com/gruppogiovani.arcigaygenova/photos/a.932674950079387/3541363515877171/?type=3
Nella speranza che gli auspici pronunciati dal Presidente Mattarella, dal premier Conte e dalla ministra Bonetti nel corso della giornata contro l’omotransfobia si trasformino, al più presto, in una legge che punisca i crimini e i discorsi di incitamento all’odio omotransfobico, oltre che a tutelare le vittime, ci auguriamo che la denuncia del Liguria Pride possa insegnare che l’odio non è un’opinione né una bravata.
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