Cosa significa oggi essere una giovane coppia gay in Russia: intervista a Francisco e Arthur

Francisco e Arthur sono due ragazzi di San Pietroburgo che, a distanza di un anno dal loro primo incontro, vivono insieme e hanno un profilo di coppia su Instagram, in cui documentano la loro quotidianità. I due giovanissimi, di 19 e 18 anni, vogliono urlare al mondo che, anche in un Paese non propriamente all’avanguardia per quanto riguarda i diritti LGBT+ come la Russia, c’è posto per loro.

Da un’indagine pubblicata recentemente dal Lavadal Center di Mosca, è risultato che ben un cittadino russo su cinque vorrebbe eliminare le persone omosessuali, mentre tre ulteriori persone su 10 propenderebbero per l’isolamento di gay e lesbiche. In un Paese con un’omofobia così radicata e in cui vi è una legge contro la «propaganda LGBT», vivere i propri sentimenti alla luce del sole non è semplice, ma nemmeno impossibile.

Grazie ad alcuni amici in comune, Francisco e Arthur si sono incontrati per la prima volta a un appuntamento organizzato appositamente. Si tratta di amici eterosessuali, con i quali ci raccontano di vivere apertamente la propria sessualità, al contrario di ciò che avviene nei luoghi pubblici, dove tenersi per mano o darsi un bacio potrebbe rivelarsi poco prudente per la propria incolumità. Sebbene i due ragazzi non siano mai stati offesi o attaccati, preferiscono evitare, come ci spiegano: «Abbiamo paura di fare qualcosa del genere in pubblico… È la Russia! Qualcuno potrebbe arrabbiarsi e aggredirci».

Lo scorso 1 agosto, la giovane coppia ha aperto il proprio account Instagram, e da allora condividono le proprie foto, senza mai aver ricevuto commenti negativi ma, al contrario, ricevono l’afferto di numerosi utenti, per lo più da parte di altre persone LGBT+ e tramite messaggi privati come «Siete carini», «Che bella coppia!» e «Vi supporto».

Sebbene il loro progetto sia quello di concretizzare i propri studi, e quindi trasferirsi oltre i confini sovietici, a Los Angeles, dove Arthur sogna di lavorare come attore e Francisco come regista, i due ragazzi desiderano fare qualcosa per il proprio Paese. «Molti in Russia pensano che le persone omosessuali siano malate o che abbiano disturbi mentali – ci spiegano – Vogliamo dare il nostro contributo per far progredire la situazione e aiutare tutti coloro che, in qualche modo, appartengono alla comunità LGBT+».

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