Il diario di bordo degli italiani diventa, ogni giorno, sempre più voluminoso: tendenzialmente ormai tutti hanno superato i trenta giorni di quarantena imposta e la condizione di isolamento, a livello sia mentale che fisico, diventa sempre più difficile da sostenere.
Stando a studi condotti in passato, relativi all’epidemia della Sars del 2009, è stato evidenziato come forme di distanziamento sociale come quelle che stiamo sperimentando portino ad un significativo aumento sia dei sintomi causati da stress post-traumatico che ad un incremento di disturbi emotivi e dell’umore, quali depressione, insonnia e irritabilità.
Le conseguenze di questa pandemia, insomma, riverbereranno sulla psiche della stragrande maggioranza della popolazione mondiale, ecco perché appare opportuno, fin da ora, cercare di correre ai ripari, mantenendo, il più possibile, una routine giornaliera quanto più “regolare” e diversificata possibile, con momenti dedicati al lavoro, ed altri, invece, allo svago e alla socializzazione (ovviamente con il supporto di apparecchi digitali). Altrettanto importante è, però, anche evitare inutili fonti di stress: una di esse, ad esempio, potrebbe essere rappresentata dai social network.
Ultimamente uno degli svaghi più in voga è rappresentato dallo stare ai fornelli e dal condividere ricette su Instagram. Se questa pratica, da un lato, rilassa e distende i nervi, dall’altro, purtroppo, spalanca le porte a spiacevoli e fastidiosi commenti, provenienti spesso direttamente dai propri follower che, con finta preoccupazione, bacchettano l’inesperto cuoco intimandogli di stare attento alla forma fisica e di tenere sotto controllo la lievitazione della “ciambella addominale”.
Questa attività di biasimo della forma fisica altrui prende il nome di body shaming e colpisce soprattutto le donne (addirittura una su due). Il risultato? L’innescarsi, nelle vittime, di ingombranti sensi colpa che, certamente, non fanno bene all’umore.
Il segreto sarebbe riuscire a sviluppare uno spesso velo di indifferenza capace di proteggere da simili attacchi; non tutti, però, hanno la stessa impermeabilità alle critiche, soprattutto in un momento storico in cui si vive una situazione straordinaria di disagio emotivo a causa di un virus aggressivo come il Covid-19.
Sarebbe sempre bene riflettere, ed evitare di digitare quella fastidiosa parola “in più”, specialmente quando non si è certi dell’impatto che essa potrebbe avere sull’interlocutore… ma se questo, per molti, è un fatto ovvio, per altri rappresenta, evidentemente, un gradino di decenza ed educazione insormontabile.
«Ma famme magnà ma che me frega!» tuonava una esilarante Sora Lella nel film “7 chili in 7 giorni”, ed è proprio questo, forse, il segreto: infischiarsene. Tornerà l’epoca delle sudate sul tapis roulant e dei grugniti sotto al bilanciere, ma nel frattempo la cosa migliore da fare è armarsi di sarcasmo, accomodarsi a tavola e godersi gli orgasmi che solo una pizza fatta in casa riesce a regalare.
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