Non sono giorni facili per Barbara d’Urso: mentre una petizione sta raccogliendo decine di migliaia di firme per la chiusura dei suoi programmi, dopo il controverso Eterno Riposo in diretta televisiva, la procura di Napoli la rinvia a giudizio per diffamazione in seguito a un outing.
La conduttrice, insieme ad altre 5 persone che lavorano per Pomeriggio 5, sono accusati di aver rivelato, senza consenso, l’omosessualità di N., un ragazzo di San Giorgio a Cremano, in una puntata andata in onda il 25 settembre del 2017.
Il servizio, intitolato «Inchiesta shock su don Euro: soldi e amanti ai danni della Curia» vedeva l’ex escort Francesco Mangiacapra, gay dichiarato noto anche per i suoi articoli contro l’asessualità, raccontare di aver avuto rapporti intimi con un ex sacerdote.
Come spiega l’avvocato Giovanna Ziello al Corriere del Mezzogiorno, il sangiorgese, che non aveva ancora fatto coming out, veniva mostrato in quel video senza l’offuscamento del volto e definito “omosessuale” e “gigolò”, con delle conseguenze che avrebbero stravolto negativamente la sua vita. I suoi genitori lo avrebbero appreso in quel modo e il fidanzato lo avrebbe lasciato; il giovane omosessuale avrebbe inoltre perso il lavoro e sarebbe stato costretto a cambiare città. Per questo motivo è stato richiesto un risarcimento di 500mila euro.
Leggi anche:
-
Gli audio omofobi choc del primario e candidato sindaco per il centrodestra: «Tutti nel forno crematorio»
-
Onda Pride: oltre il milione a Roma, resistenza queer anche a Torino, Catania e Bergamo
-
La classifica dei Paesi UE più inclusivi per i professionisti LGBTQ+: tanta strada da fare per l’Italia
-
Inclusività nell’infinito: la NASA lancia una nuova bandiera arcobaleno cosmica
-
Tutta la mia vita (o quasi): la drag Peperita racconta Giacomo