Dopo la notizia dell’aggressione di Maddaloni, in provincia di Caserta, ai danni di una vittima omosessuale adescata su un’app di incontri gay, un altro uomo che ha subito in passato lo stesso incubo, presumibilmente dagli stessi aggressori, ha deciso di raccontare la propria esperienza a Il Mattino.
Giuseppe, questo il nome dell’uomo, frequenta da anni le chat di incontri e con un timore tipico delle persone omosessuali non dichiarate, magari impegnate in una relazione eterosessuale, che cercano un incontro tramite chat. «Ogni volta che vado a un incontro temo di trovarmi di fronte qualcuno che conosco – spiega Giuseppe – ma poi ci penso: non corro alcun pericolo, in fondo abbiamo lo stesso segreto. Siamo omosessuali non dichiarati, con moglie e figli e una vita apparente da etero. È un segreto in comune, nessuno lo svelerebbe a rischio di essere a sua volta scoperto».
Alla domanda rivoltagli, riguardante la possibilità che fossero gli stessi ragazzi ad averlo aggredito tempo prima, lui ha risposto raccontando che l’adescamento e l’assalto furono gli stessi usati nei suoi confronti. Pensando di aver preso appuntamento con un uomo che diceva in chat di avere la sua stessa età, si accordarono per incontrarsi in una zona isolata di Marcianise. Quando si accorse di essere stato ingannato era ormai troppo tardi: i tre ragazzi lo assalirono, gli rubarono 80 euro dal portafoglio e scapparono via.
50enne con una famiglia all’attivo, composta da moglie e figli adolescenti, Giuseppe non ha avuto il coraggio di denunciare per paura che quel castello di sabbia, da lui costruito negli anni, potesse crollare di colpo. «Sono un omosessuale non dichiarato con famiglia. Ho moglie e figli – racconta l’uomo – Nessuno, neanche i miei più cari amici, conoscono la mia vera natura. Se tutto ciò saltasse fuori, la mia vita sarebbe distrutta». Giuseppe racconta di sentirsi in colpa per il 32enne pestato e rapinato per un totale di 1000 euro: «So che se fossero gli stessi ragazzini avrei potuto fermarli prima, se sono gli stessi mi sento responsabile per quanto è accaduto a quelle persone. Ma se anche tornassi indietro, farei la stessa scelta».
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2 thoughts on “Caserta, un altro uomo adescato su un’app gay e rapinato: tacque perché sposato”