Elly Schlein. Le critiche dopo il coming out.

Molti hanno parlato di Elly Schlein in questi giorni, non tanto per la sua nomina a vicepresidente della regione Emilia-Romagna, quanto per porre delle critiche al suo coming out come bisessuale nel programma L’Assedio.

Chiunque si è sentito in diritto di dire la sua, dai personaggi politici di ogni schieramento e colore, alle testate giornalistiche più disparate, fino ai comuni utenti del web.

Che le fazioni politiche avversarie strumentalizzassero il coming out della Schlein, utilizzando ancora una volta come spauracchio per gli elettori l’autoaffermazione di sé, ce lo potevamo aspettare. Non è la prima volta, infatti, che la comunità LGBTQIA+ viene indicata come nemico da combattere.

 

Quello che è più strano, invece, è la moltitudine degli utenti, sia etero che omosessuali che hanno lamentato l’utilizzo di un’informazione, al loro avviso, privata strumentalizzandola come azione politica, un atto di cui non avevamo bisogno, a dire di alcuni.

Il coming out, oltre ad essere un atto riguardante la propria intimità, è di per sé un atto politico, soprattutto se a dichiararsi è un personaggio avente una visibilità mediatica.

Rivendicare la propria identità è un atto di coraggio, oltre che di amore verso sé stessi. È un modo per dire al mondo che noi esistiamo e che reclamiamo ogni giorno gli stessi diritti della popolazione eterosessuale. Ogni giorno rischiamo di essere insultati, picchiati e ammazzati solo perché sotto le lenzuola non abbiamo il comportamento che qualcuno desidererebbe avessimo. E questo non è solo “colore”, questa è cronaca, purtroppo.

Finché lo Stato continuerà a negare ai propri cittadini dei diritti umani in base a quello che fanno a letto, il privato sarà necessariamente collegato col pubblico.

Ben vengano, quindi, persone come Elly Schlein che parlano con naturalezza della propria vita privata e non si nascondono dietro un dito. Ben venga il coming out di personaggi pubblici fatti in televisione e l’esposizione mediatica di esso.

Noi esistiamo. È ora che tutti se ne accorgano.

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