A volte a fare le spese dell’omofobia non sono solo le persone LGBT+: è il caso di Lee Brobson, un ragazzo eterosessuale 30enne preso a pugni per aver difeso due suoi amici gay. L’aggressione è avvenuta lo scorso 25 gennaio a Chelmsford, città inglese a 50 km da Londra, dove Lee stavano passando una tranquilla serata tra i locali del centro insieme a Dan e Clark, una coppia che si teneva per mano come accade spesso tra fidanzati.
I tre erano vicino al Bar 7, quando Lee ha notato due uomini fissare i suoi amici. Clark ha quindi deciso di chiedere loro perché li stavano guardando in quel modo, scatenando la loro rabbia omofobica. «Ho provato a calmarli e ho visto che era inutile, così ci ho rinunaciato – ha raccontato Lee a PinkNews – Ma loro hanno afferrato il mio amico e lo hanno tirato verso di loro». A quel punto nel tentativo di difendere i suoi amici, Lee è stato colpito da un pugno sul viso. «Stavano andando in cerca di sangue – ha aggiunto la vittima – è stato doloroso e disgustoso».
Dopo l’aggressione, Lee ha passato 9 ore al pronto soccorso e ha pubblicato un post di denuncia su Facebook in cui mostrava i segni della violenza sul volto e suoi occhi gonfi. Il ragazzo ha poi raccontato di aver avuto dolori al braccio per diversi giorni dopo l’attacco. Ora Lee sta raccogliendo dei fondi per l’organizzazione no-profit per la lotta all’AIDS Terrence Higgins Trust e per il centralino LGBT+ Helpline. «Spero che la mia testimonianza porti consapevolezza sugli attacchi di questa natura e che gli aggressori possano essere educati in ciò che hanno fatto di sbagliato – ha affermato Lee – L’omofobia o i crimini d’odio non hanno un posto nella società moderna».
Come avvenuto pochi giorni fa per il recente attacco omofobo a una ragazza di Sunderland, la polizia sta trattando il caso come un crimine d’odio.
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