Il 26 gennaio, a San Paolo in Brasile, verrà ordinata la prima reverenda transgender dell’America Latina. Alexya Salvador, 39 anni, diventerà la prima donna transgender ad essere ordinata nella Igreja da Comunidade Metropolitana (Chiesa della Comunità Metropolitana), prima chiesa LGBT+ al mondo «protestante, ecumenica e inclusiva», attenta ai diritti umani e alla lotta contro il razzismo già dalla sua fondazione nel 1968.
Insegnante nella scuola pubblica e vicepresidente della Brazilian Association of Homotransaffective Families (ABRAFH), Alexya è stata anche la prima donna transgender ad essere nominata pastora in Brasile nel 2015, anno dopo il quale si è laureata in Teologia con una tesi decisamente queer: «Il Cristianesimo crede nella Santissima Trinità, quindi che Dio, Gesù e lo Spirito Santo sono sempre esisititi. Gesù era di genere divino, una volta incarnatosi in Maria è diventato di genere umano, ecco perché sostengo che il Cristo sia il primo transgender della storia»
Alexya è, inoltre, la prima transgender brasiliana ad aver adottato dei bambini. Assieme al marito Roberto, conosciuto nel 2009, è mamma di Ana Maria e Dayse, anche loro transgender, e Gabriel. «Ogni giorno le persone cercano di screditarmi come madre – racconta Alexya a SUR – non mi considerano una donna e per questo non sarei adatta a questo ruolo. La mia famiglia, però, prova che le famiglie transaffettive esistono e che ci sono vari tipi di famiglie nel mondo, oltre a quelle omoaffettive di cui si parla maggiormente».
Purtroppo, come ben sappiamo, il Brasile di Bolsonaro è leader nelle classifica mondiale degli attacchi alla popolazione LGBT+ ed essere una donna transgender, nera e madre non può che aumentare il rischio di persecuzione ai suoi danni, ma la morte non le fa paura. «Un giorno, vedrai, leggerai le notizie sulla tua cronologia e all’improvviso: “La prima reverenda trans è stata uccisa”. So di essere a rischio. Il “sistema della morte” è intorno a me 24 ore al giorno» ha dichiarato al sito brasiliano UOL – ma un Dio che permette di uccidere e fare guerre non può essere lo stesso Dio dell’Amore che si rivela attraverso Gesù. Quello è il dio di Bolsonaro ed è contro questo dio che uccide che dobbiamo combattere e resistere».
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