Ogni volta che si parla di minori e di educazione all’uguaglianza e alla parità di genere, si mette inevitabilmente in moto la macchina della disinformazione. Esponenti politici di destra, organi religiosi e associazioni “pro life” (ma contrarie a qualsiasi cosa che possa rendere dignitosa una vita) si scatenano con lo spauracchio della “teoria gender”, un’invenzione ad hoc degli omofobi per ostacolare l’avanzamento del movimento LGBT+.
L’insegnamento di valori universalmente riconosciuti come il rispetto e la tolleranza si trasformano, grazie alla distorsione della realtà di questi soggetti, nella manipolazione delle menti dei poveri fanciulli, confusi per essere meglio controllati, ibridizzati a favore del turbocapitalismo e altri complottismi vari. Ecco dunque che a questi programmi si associano fatti che non hanno nulla a che vedere con l’educazione alla parità di genere, come il caso di Bibbiano, e spuntano strampalati giocattoli di cattivo gusto come la bambola trans.
Quest’ultima trovata, sbufalata da BUTAC ma non solo, fa apparizione per la prima volta sulla pagina delle Sentinelle in Piedi di Siracusa. A ricostruire il trucco è capace anche uno di quegli stessi bambini che questi signori dicono di voler proteggere: prendi una bambola femminuccia e un bambolotto maschietto, metti la testa della prima sul corpo del secondo e scatta una foto da pubblicare sui social e diventerà virale grazie alla fame di click dei giornalisti e alla strumentalizzazione dei sovranisti di tutto il mondo. È nata così la bambola trans e, neanche a dirlo, nel giro di poche ore ha fatto la sua apparizione sulle pagine Facebook di alcuni politici, tra cui Laura Spaggiari, candidata come consigliera regionale in una lista a supporto della leghista Lucia Borgonzoni.
Ma allora, in cosa consistono i giocattoli “gender” (parliamo per un attimo come farebbe Giorgia Meloni) con cui si vuole insegnare la parità di genere ai più piccoli? La risposta è semplice, almeno per chi vuole capire: si tratta di giochi per tutti, sia per i maschietti che per le femminucce e, perché no, gli intersessuali (ebbene sì, esistono in natura) e coloro che un giorno non si rispecchieranno nel binarismo di genere. Questo non significa che tra questi giocattoli ci sarà “Ken che sculetta al Mucca Assassina” o “Barbie lesbo-drama”, vuol dire che i giochi saranno gli stessi per tutti, senza alimentare gli stereotipi di genere che vorrebbero il forno magico per le bambine e le macchinine per i bambini.
A tal proposito, una fiera del giocattolo di Londra ha rivelato una gamma di giocattoli neutri dal punto di vista del genere e “socialmente consapevoli”, presentati dall’azienda Eduk8 e che arriveranno nei negozi nel 2020. Tra questi c’è Archie, un peluche a forma di arcobaleno, abbinato a un libro da colorare nel quale ha un amico di nome Lionel: mentre Archie ama le curve (quelle appunto dell’arcobaleno), Lionel preferisce le linee dritte (gioco di parole con “straight” che in inglese sta anche per “etero”). Nella gamma di giocattoli ci sono poi alcuni peluche di animali che non sono indicati per uno specifico genere, ma sono destinati indistintamente alle bambine e ai bambini. Qualcosa ci dice che questi giocattoli “gender” non faranno però mai apparizione sulla pagina delle Sentinelle in Piedi di Siracusa né su quella di Laura Spaggiari.
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ognuno giochi con ciò che vuole. maschi e femmine gochino con bambole o soldatini come vogliono