La propaganda della Borgonzoni tra gogne social, bufale sul gender e Bibbiano

Tra pochi giorni, con le elezioni regionali in Emilia-Romagna, volgerà al termine la campagna elettorale della senatrice leghista Lucia Borgonzoni, una delle più aggressive in termini di attacchi agli avversari politici e alle fasce più deboli della popolazione. Se nelle ultime ore è diventato virale il video di Matteo Salvini che citofona a casa di un presunto spacciatore tunisino, basandosi sulla semplice testimonianza di una vicina di casa, i colpi bassi del centrodestra hanno riguardato soprattutto un’altra minoranza, quella sessuale. Le persone LGBT+ sono state in più occasioni prese di mira dalla Lega e da tutte le forze politiche che supportano la nipote del pittore Aldo Borgonzoni, il cui curriculum rimanda quasi solo alla sua attività politica e le cui competenze non includono la conoscenza delle regioni che confinano con quella che si è candidata a governare.

Eclatante è stata l’inchiesta Angeli e Demoni riguardante i presunti affidi illeciti di Bibbiano, in cui l’unica famiglia omogenitoriale coinvolta è stata generalizzata all’intero caso nel dibattito politico portato avanti da Lega, Fratelli d’Italia, dai fondamentalisti cattolici e dai giornali di destra. La responsabilità degli individui è stata anch’essa portata dalla Borgonzoni e dai compagni a un livello superiore, quello del sistema regionale, per poi essere smentiti dal Tribunale dei Minori (con la Cassazione che ha revocato l’arresto del sindaco). Gli highlight di questo sciacallaggio politico sono stati essenzialmente tre: la Borgonzoni che chiede di parlare del caso nel giorno del voto di fiducia al Governo Conte II, Salvini che porta sul palco di Pontida una bambina spacciandola per una dei minori coinvolti, e il consigliere comunale di Fratelli d’Italia che (stando alle parole dalla presidente di Arcigay Ferrara) avrebbe confidato di non essere omofobo ma di parlare di Bibbiano per strategia politica, sotto indicazione della segreteria nazionale.

 

Ma non c’è solo Bibbiano. Oltre ad inquinare l’informazione su questa delicata inchiesta, le liste e le persone che supportano la candidata del Carroccio hanno usato altre bufale. Qualche giorno fa vi avevamo parlato della bufala della bambola trans, messa in circolazione dalla non sempre affidabile fonte del Daily Mail senza elementi che potessero confermarne la veridicità. Potevano gli uomini e le donne della Borgonzoni non sfruttare la viralità di questa notizia montata ad arte (proprio come la bambola) per fare del sensazionalismo spicciolo? Ovvio che no, ed ecco Laura Spaggiari, della lista Borgonzoni Presidente, che associa la bambola trans all’ideologia della Lega e del M5S. In tema di fake news, nelle ultime ore David Puente ha fatto il debunking di una finta aggressione da parte delle sardine ai danni di una sostenitrice della Borgonzoni.

Sotto l’attacco del centrodestra emilio-romagnolo c’è, neanche a dirlo la legge contro l’omotransnegatività, un insieme di misure che hanno l’obiettivo di promuovere l’educazione alle diversità sessuali e la tutela delle persone omosessuali, bisessuali e transgender. Come ha promesso Giancarlo Tagliaferri, candidato nella lista di Fratelli d’Italia, se la Borgonzoni vincerà la legge verrà smantellata, una promessa simile a quella fatta nelle ultime regionali in Umbria. Secondo Priamo Bocchi, altro candidato per Fratelli d’Italia, afferma che tale legge «la regione Emilia Romagna promuove l’educazione gender nelle scuole e diventa un bancomat per le associazioni LGBT», sebbene quella della “teoria gender” sia un altra invenzione degli omofobi, già sbugiardata dagli psicologi. Agli attacchi alla legge si sono aggiunti attacchi a persone in carne ed ossa, effettuati tramite l’arma della gogna social: solo negli ultimi giorni sono stati presi di mira dalla Borgonzoni e da Salvini il presidente di Arcigay Rimini Marco Tonti, e la sardina Sergio Echamanos, dislessico e anch’egli dichiaratamente gay, ridicolizzato per aver aver avuto un momento di difficoltà nel pronunciare le parole del suo discorso nel corso di una manifestazione.

 

Al fine di tutelare i diritti LGBT, l’avvocata Cathy La Torre ha pubblicato un video-appello su Facebook, dove in compagnia degli attivisti Franco Grillini (fondatore di Arcigay e presidente di GayNet) e Vincenzo Branà (presidente del Cassero) ha invitato a votare per il candidato presidente di centrosinistra Stefano Bonaccini.

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