Pagina LGBT fa body shaming a una drag queen: «Ippopotamo, hai mangiato troppo»

«La community LGBT e friendly che non deve mancare tra i tuoi social network»: è con questo incipit che si presenta Gay Boys Italia, pagina Instagram di reposting e annunci di ragazzi gay, che nelle ultime ore è al centro di una polemica social scatenata da un video in cui si sentivano delle urla di body shaming nei confronti di una drag queen.

È sabato notte e al Toilet Club di Milano alcuni performer si stanno esibendo sul palco nel corso di una serata a tematica queer. Lo show è mandato in diretta dalla suddetta pagina LGBT ed è rimasto visibile nelle Instagram Stories per diverse ore. Nel video sono chiaramente udibili degli insulti rivolti da una persona molto vicina allo smartphone che stava registrando, tanto da sembrare pronunciati dallo stesso amministratore della pagina o da qualcuno in sua compagnia. Si tratta di offese rivolte al corpo de La Chicca, una drag queen curvy: «Vai, ippopotamo! Ippopotamo! Hai mangiato troppo! Polpetta!».

In seguito ad alcune segnalazioni, La Chicca ha pubblicato un video su Instagram in cui ha condannato l’accaduto, non tanto per gli epiteti a lei rivolti, ma per il messaggio negativo e per gli effetti che certi commenti possono avere alcuni dei follower di Gay Boys Italia – più di 11 mila – che fanno fatica ad accettare il proprio corpo. «Io non posso credere che una persona bullizzi dando del grasso, cercando di offenderla o dicendolo con una leggerezza che non va bene – ha affermato La Chicca – Mi scrivono un sacco di persone in privato che mi ringraziano dicendo “Hai un sacco di coraggio, ti metti a nudo, non hai paura del tuo corpo e lo mostri”. Questo è fondamentale per far star bene le persone». La drag queen ha poi condannato il fatto che un messaggio del genere provenisse proprio da una pagina che si presenta come “LGBT”, che dunque dovrebbe conoscere bene cosa significhi la discriminazione.

Sono in tante le persone che hanno espresso la propria solidarità a La Chicca e che hanno espresso la propria indignazione per l’accaduto. Daphne Bohémien, una delle altre drag ad esibirsi al suo fianco, ha pubblicato delle Instagram Stories in cui ha spiegato come l’amministratore abbia risposto alle accuse. Secondo la versione di Daphne, confermata da alcuni screenshot pubblicati dalla stessa drag queen, l’admin di Gay Boys Italia si è in un primo momento giustificando privatamente con i diretti interessati, dicendo che aveva affidato il proprio smartphone a dei suoi amici, che avrebbero poi fatto il resto. Il video è stato rimosso e La Chicca è stata contattata da due ragazzi, colui che registrava e colui che ha pronunciato le frasi di body shaming, che si sono scusati dando la colpa al sempreverde “qualche drink di troppo”.

Le scuse pubbliche sono giunte su Gay Boys Italia solo diverse ore più tardi, sotto esplicita richiesta di Daphne e di altri, per poi essere eliminate nel giro di poche ore. La versione raccontata dalla pagina ai propri follower nelle Instagram stories era però discordante con quanto affermato privatamente: questa volta a insultare la drag del Toilet era una persona generica al fianco dell’amministratore. In diversi hanno fatto notare l’incongruenza, ricevendo come risposta il blocco della pagina, mentre l’animazione del Toilet è stata accusata di cercare visibilità e intimata di smetterla di parlare della questione.

È demoralizzante vedere quanto siano ancora radicate le discriminazioni nei confronti del “diverso” all’interno della “comunità LGBT+”, termine che si dimostra spesso improprio e inadeguato. Dovremmo imparare a distinguere chi aderisce movimento LGBT+, con tutti i suoi principi e i suoi valori, e le persone che sono LGBT+ senza farne parte. Ma ancora di più dovremmo distinguere cos’è discriminatorio da chi discrimina, perché tutti possiamo – volontariamente o meno – discriminare. In questi casi dobbiamo trovare la forza di chiedere scusa e comprendere i nostri errori, prima ancora di difendere il nostro “nome” (e non viceversa). Quando si passa dalle scuse alle accuse, qualcosa è andato storto.

 

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