Gli ex che tornano sono un fenomeno ciclico e continuo, una forza costante del pianeta terra, un po’ come gli alisei, con la sola differenza che, nel caso delle vecchie fiamme, di solito, si tratta di tutto meno che di venti di cambiamento.
Accade spesso, soprattutto la domenica mattina, che controllando quanti cuori abbia preso la foto da finto ingenuo che smonta l’albero di Natale in jockstrap e calzettoni di spugna, spunti fuori la notifica dell’ex che ti informa che ti sta ancora pensando e che è stato un madornale errore lasciarsi. Solitamente, dopo qualche minuto di smarrimento, causato anche dalla sbronza della sera precedente non ancora del tutto smaltita, la prima cosa che si fa è contattare la migliore amica gongolando ad una frequenza così alta da dare fastidio persino ai cani.
Parliamoci chiaro: dopo la laurea, il matrimonio e il giorno dell’accredito del primo stipendio, quello dell’ex che ti scrive perché vuole tornare con te rappresenta uno dei momenti più felici della propria esistenza. In quel momento, infatti, ci si rende conto che, dopo tutto, nonostante tutti i danni provocati dalla Nutella, qualche pregio lo avevamo anche noi e che quindi, tutto sommato, non abbiamo poi amato a fondo perduto. Ma cosa fare allora?
Da un lato vi è il fondato timore di scrivere il diabolico remake di una storia trita e ritrita, con gli stessi attori, solo un po’ più invecchiati, e gli stessi problemi irrisolti; dall’altro quello di fidarsi troppo del proprio orgoglio e perdere, per sempre, un’occasione di felicità.
Purtroppo (ma anche per fortuna) non esistono regole sacrosante e immutabili, ognuno di noi sa, nel proprio intimo, se sia il caso o meno di aprire la busta; quel che è sicuro, invece, è che quella botta di autostima, da sola, basta spesso a strapparci un sorriso, e a farci rivivere, ricordandoceli, quei bei momenti che hanno contribuito, volente o nolente, a fare di noi quel che siamo nel nostro presente.
Non dovremmo mai, per nessuna ragione, dimenticare il nostro passato, perché solo accettando ogni errore e rammentando ogni caduta, avremo la certezza di aver imparato qualcosa, perché anche sbagliare, almeno una volta, è un’esperienza così meravigliosamente umana che non avrebbe proprio senso avere paura di viverla.
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