Un nuovo e terribile caso si aggiunge alla lista degli episodi di omofobia che hanno caratterizzato la scorsa estate salentina. A far emergere l’accaduto è un’inchiesta che vede sotto accusa 5 studenti ed ex-studenti dell’Università Cattolica di Milano (di cui due militanti di CasaPound), tra i 20 e i 26 anni in vacanza nel leccese, terra d’origine solo del più grande degli accusati.
La doppia aggressione è avvenuta lo scorso 10 agosto a Santa Cesarea, nei pressi di una nota discoteca, dove i 5 ragazzi hanno picchiato un 43enne, riducendolo in fin di vita con calci e pugni. Come racconta il Quotidiano di Puglia, l’aggressione si è consumata in due diversi pestaggi, tra i quali la vittima ha cercato aiuto a un passante. Preso di mira per la seconda volta, l’uomo è stato colpito con un pugno all’occhio, che lo ha fatto crollare a terra. A quel punto gli aggressori hanno infierito con insulti omofobici come «fro**o» e «ricch**ne» e lo hanno trascinato per terra tirandolo per l’orecchio sinistro, fino a staccargli il lobo.
Secondo quanto dichiarato dell’unico degli accusati che non si è avvalso della facoltà di non rispondere, il 26enne di Trepuzzi (LE), l’aggressione è scaturita quando l’uomo sarebbe stato sorpreso a praticare del sesso orale a uno di loro, che si era appisolato in auto dopo aver esagerato con l’alcol nel corso della serata. Tale versione non coincide però con quella degli inquirenti, tant’è che questa circostanza non ha trovato alcuna rilevanza nel capo d’imputazione.
Luca Parente, presidente dell’associazione ACQUE – Associazione per la Cultura QUEer, ha commentato: «Quel che è accaduto è molto grave. Non è accettabile essere aggrediti per il proprio orientamento sessuale. Confidiamo nel fatto che la giustizia faccia il suo corso e che gli aggressori omofobi paghino l’efferatezza del crimine compiuto senza avere attenuanti, come lo stato di ebbrezza, che non possono né devono essere accettate. Alla luce di questi tragici eventi, diventati sempre più frequenti negli ultimi tempi, è ormai palese la necessità di una legge a livello nazionale che punisca in modo appropriato i reati a sfondo omotransfobico, ma anche la Regione ha il dovere di intervenire per la tutela dei suoi cittadini LGBT+ e per l’educazione alle diversità. Alla vittima va il nostro più vicino conforto».
«Apprendiamo dalla stampa locale di un episodio di violenza inaudita ai danni di un turista per il suo orientamento sessuale – ha dichiarato Arcigay Salento in un comunicato – esprimendo solidarietà e vicinanza alla vittima auspichiamo che siano assicurati alla giustizia gli autori di questo gesto infame e che la Regione Puglia e il Parlamento Italiano si decidedano a legiferare quanto prima contro l’omolesbotransfobia. Il Salento rimane sempre terra accogliente soprattutto della comunità LGBTQ+».
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