Il critico difende il sovranismo e avverte i propri follower: «Viviamo una nuova Sodoma e Gomorra nell’indifferenza totale»
Dopo aver espresso la stima simpatia per Matteo Salvini, Red Ronnie si tuffa nelle (immancabili) polemiche sul cast del 70esimo Festival di Sanremo, in seguito ad alcune lamentele su Rita Pavone da parte di alcuni utenti sui social, indignati per la sua partecipazione dopo le frasi su Greta Thunberg e gli immigrati. «Rita Pavone è un’artista con una carriera che nessuno ha in Italia a livello famminile – ha affermato il critico musicale – Rita Pavone è andata all’Ed Sullivan Show. Nessuna altra donna italiana ci è andata. Elvis Presley entrò in uno studio e le disse: “Ti ho visto all’Ed Sullivan Show. Brava!”. Parliamo di Elvis, Rita Pavone ha una storia incredibile oltre ad essere una persona meravigliosa. Che io legga su Twitter “Ah, fa la sovranista” è assurdo. Che cazzo c’entra? Ormai tutto è slogan, non c’è più analisi delle cose. Si leggono i titoli e non gli articoli».
Dopo di che, per difendere il nome della Paul Anka in gonnella, il critico musicale ha attaccato altri cantanti scelti da Amadeus e dalla commissione per la competizione che si terrà a inizio febbraio, a suo giudizio non sufficientemente famosi o talentuosi per un posto tra i Big. Se per il primo caso, Ronnie ha parlato dei Pinguini Tattici Nucleari e di Junior Cally, per quanto riguarda il talento artistico ha tirato in ballo Elettra Lamborghini, affermando che sarebbe il suo nome a meritare le critiche degli spettatori, affermando che «è li solamente perché mostra il cu*o e perché si chiama Lamborghini». Una frase al quanto sessista, sia per l’espressione usata, sia considerando che insieme a Miura ci sono diversi cantanti uomini che, come lei, non puntano tutto sull’estensione e l’intonazione vocale.
Il twerking sembra diventato un chiodo fisso per Ronnie che, alcune ore dopo la diretta in cui attaccava la Lamborghini, ha pubblicato un articolo di OptiMagazine con la firma di Grazia Di Michele, nel quale viene criticato il videoclip di Gigolò – brano di Lazza, Capo Plaza e Sfera Ebbasta – per la presenza di ragazze che, per l’appunto, twerkano per tutto il tempo. «Ecco qualcosa per cui indignarsi: mitizzare soldi, firme, donne tr**e che hanno la propria identità nel cu*o e non nel volto o negli occhi» ha commentato il conduttore televisivo. La conclusione del post è un’improbabile accostamento di scenari apocalittici, biblici e attuali: «Viviamo una nuova Sodoma e Gomorra nell’indifferenza totale. E intanto la guerra è iniziata, l’Australia brucia e certi “artisti” fanno questi video».
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