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Gem Boy: «Luxuria invidiosa di Lady Oscar per la spada», lei replica e li blasta

Il concerto di Capodanno di Cerveteri, vicino Roma, è stato rovinato da una battuta transfobica pronunciata da CarlettoFX, il frontman dei Gem Boy, la band demenziale che affianca da anni Cristina D’Avena nei suoi concerti, tra cui quello di ieri. Ed è proprio in occasione del detto sulla cover della sigla di Lady Oscar, che il cantante ha fatto una battuta di pessimo gusto, indirizzata a Vladimir Luxuria: «ha invidia di Lady Oscar, perché lei aveva la spada più lunga della sua».

Se nessun contesto sarebbe stato opportuno per dare sfogo, seppure con intento ironico, alla transfobia, sicuramente quello del concerto di Cristina D’Avena era sicuramente uno dei peggiori, visto il seguito che la cantante di sigle ha da parte delle persone LGBT+ a causa della sua vicinanza al movimento arcobaleno. Così, come racconta da GayNews, alcune persone nel pubblico hanno protestato in seguito all’infelice frase, portando la D’Avena a scusarsi e a prendere le distanze da tale freddura mentre, oltre alle scuse, CarlettoFX ha tirato in ballo la sempreverde giustificazione degli “amici gay”, affermando che la battuta era stata suggerita da un suo collaboratore omosessuale (come se l’orientamento sessuale di questo lo rendesse immune dalla discriminazione nei confronti delle persone trans).

Mariella Fanfarillo, una dei contestatori e delle contestatrici, ha raccontato ad Adkronos: «Dal momento che io ho una figlia trans non riesco a stare zitta di fronte a queste cose. Ho cercato di parlare con qualcuno dello staff e ci ha colpito l’insensibilità di varie persone che non hanno capito la gravità della battuta e del messaggio lanciato». Sempre ad Adkronos, Cristina D’Avena ha dichiarato: Chiedo scusa a Vladimir per la battuta infelice di Carlo del tutto estemporanea che mi ha lasciata interdetta e dalla quale mi dissocio totalmente. Conosco e stimo Vladimir Luxuria, la contatterò personalmente.

Tra coloro che hanno contestato anche un nostro lettore, Emanuele Fiorini, che ci ha spiegato: «Abbiamo fatto ciò che ci sembrava più giusto e rispettoso anche per chi ha organizzato tutto. Ci siamo rivolti alle autorità che si trovavano nei pressi del palco chiedendo di parlare con i manager, che sono venuti a parlare con noi e hanno invitato il frontman a chiedere scusa pubblicamente per l’accaduto». Le scuse di CarlettoFX però non sono state all’altezza delle aspettative, così Mariella, Emanuele e altri hanno aspettato a fine concerto che gli artisti facessero foto e selfie con i fan per avere un dialogo con loro. «Il cantante ci ha ricevuti attraverso le ringhiere – ci ha raccontato Emanuele – cominciando un dibattito che però non è mai finito, perché ci hanno invitati a concludere dicendo che ci stavamo prolungando troppo e che la band doveva andarsene. Inutile dire che tutto ci è sembrato falso nel momento in cui, dopo 30 minuti, un altro componente della band è venuto gentilmente a scusarsi. Le nostre accuse non vogliono essere di transfobia ma semplicemente di mancato rispetto e poco pensiero su un argomento non ancora sdoganato, soprattutto al concerto di una persona che per anni ha fatto attivismo come Cristina».

La cantante ha incontrato Olimpia, la figlia transgender di Mariella, e ha parlato ad Adkronos di «una battuta estremamente infelice ed estemporanea perché nei miei show abbiamo una scaletta musicale ma non un copione, e quando l’ho sentito pronunciare quella frase, sono rimasta basita e l’ho guardato malissimo».

La replica di Vladimir Luxuria

Non è la prima volta che l’attivista è oggetto di battute a causa della propria transessualità. In un’intervista a GayNews, Vladimir Luxuria ha replicato: «Tali battute mi sembrano così fuori tempo e fuori luogo e non fanno ridere più nessuno. Sempre con quest’allusione agli organi sessuali: ma basta! Io non sono invidiosa della spada di Lady Oscar: si ricordasse chi ha detto una tale battuta che chi di spada ferisce, di spada perisce». L’ex-parlamentare ha poi concluso con un blast: «Se fosse successo in un locale gay e fossi stata presente sul palco, l’avrei presa pure sul ridere e avrei chiesto al musicista come mai lui sa che Lady Oscar ha la spada più lunga della mia. Avrà per caso sfoderato la spada di Lady Oscar? E di quanti altri?». Nei confronti della D’Avena, Luxuria ha invece speso delle belle parole su Twitter: «Ero sicura che Cristina prendesse le distanze da quella battuta infelice: la prossima volta Lady Oscar la cantiamo insieme, io e Cristina e la nostra spada sarà l’arma dell’allegria».

Omotransfobia anche al concerto di Lecce

Non è andata meglio a Lecce, dove il 30 dicembre scorso, durante il primo dei due concerti di Capodanno organizzati dal Comune e a cui eravamo presenti nel pubblico. Tra l’esibizione della band Respiro e quella di Nina Zilli, i due presentatori Toni Tinelli e Giampaolo Catalano dei The Lesionati hanno cercato di coinvolgere il pubblico chiedendo al pubblico un applauso. Deluso dalla poca partecipazione, uno dei due ha esclamato: «Questo era un applauso alla Solange, fatene uno più maschio».

La comicità scorretta

Il tema delle battute non politically correct è stato di recente al centro di alcune polemiche in seguito ad alcune dichiarazioni di Checco Zalone, campione di incassi con “Tolo Tolo”, che lamentava il fatto che «non si può dire più nulla» ironizzando sull’omosessualità. Un incidente simile si era verificato nel nuovo programma #CR4 – La Repubblica delle Donne, firmato Chiambretti, dove la gag di Rosalia Porcaro era sfociata nell’omofobia e nella bifobia.

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