Il sogno di Giusy e Martina, spento dall’omofobia, si riaccende a Prato

Sono tante le coppie che condividono oltre alla vita privata quella lavorativa: è il caso di Giusy Dragotto e Martina Croci, che dopo diversi anni di esperienza nella ristorazione avevano deciso di aprire un ristorante tutto loro a Empoli. Un progetto di vita importante e a lungo desiderato, spezzato dall’omofobia. Dopo aver trovato il locale adatto alle loro esigenze e averne contrattato l’acquisto, il proprietario mandò al suo posto un avvocato, dalle parole del quale la coppia lesbica capì il motivo del repentino cambio d’idea: il loro orientamento sessuale.

«Fra un discorso e l’altro – raccontano Giusy e Martina a La Nazione – abbiamo capito che il rifiuto a stipulare il contratto era dovuto al fatto che siamo sposate. È stata un’esperienza traumatica. Avevamo trovato il locale adatto e già svolto i colloqui con i camerieri: sarebbe stato un piccolo ristorante adatto alla nostra esperienza. Secondo noi c’è stato un atteggiamento omofobo».

Le due donne non si sono scoraggiate e lo scorso aprile hanno preso in gestione una rosticceria a Prato, scontrandosi ancora una volta con l’omofobia: alcuni battute infelici sulla loro relazione sono circolate in un centro culturale Casa del Popolo, sito nel quartiere della loro nuova attività.

È bastata una chiacchierata con il sindaco Matteo Biffoni a ribaltare la situazione: grazie all’impegno dei Giovani Democratici e del Comitato Gay e Lesbiche di Prato, è stata organizzata proprio alla Casa del Popolo una “cena arcobaleno”, con la partecipazione del sindaco, di tutti gli assessori e alcuni consiglieri comunali. «Lo scopo era proprio quello di abbattere i pregiudizi dell’omofobia – racconta la coppia – I frequentatori più anziani non erano molto d’accordo ma il sindaco si è preso veramente a cuore l’idea di parlare del rispetto dei diritti di uomini e donne».

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