Nei primi anni della travagliata storia di rivendicazione dei diritti LGBT+, forse in pochi avevano immaginato che alcuni degli ideali per cui si stava lottando, un giorno sarebbero potuti diventare realtà in buona parte del mondo. Basti pensare al desiderio che tantissime persone avevano “soppresso” anche solo fino a pochi anni fa, ovvero quello di poter avere dei figli e creare una famiglia. A partire da diversi Paesi vecchio continente fino agli Stati Uniti, sono diverse le possibilità per diventare genitori, dalla stepchild adoption alle varie tipologie di procreazione medicalmente assistita. Ciò che tempo fa poteva sembrare utopia, oggi è una realtà che sta prendendo sempre più piede!
L’associazione americana Family Equality, che si occupa della lotta per i diritti delle famiglie arcobaleno sin dal 1979, ha rilasciato i risultati di un sondaggio rivolto alle persone LGBT+ statunitensi riguardo la loro intenzione di procreare o adottare, con risultati sorprendenti: il 77% degli intervistati tra i 18 e i 35 anni ha considerato l’idea o si è attivato ad allargare la propria famiglia, sia diventando genitori per la prima volta, che allargando le loro pre-esistenti famiglie!
Ma tutto ciò, comporta dei costi non indifferenti. Essere un genitore è costoso, a prescindere di chi tu sia, dove viva o quanti siano gli adulti disposti a crescere dei bambini. Considerando i costi di assistenza all’infanzia, assistenza sanitaria, cibo, vestiario ed educazione solo nei primi 18 anni di vita, negli Stati Uniti la spesa per crescere un figlio può arrivare attorno ai 230.000$. Per le famiglie arcobaleno, i costi possono anche aumentare a causa delle spese relative all’inserimento del bambino in attraverso l’adozione, l’affido familiare o le tecnologie come le PMA.
Secondo una successiva indagine, pubblicata una settimana fa, il 29% degli intervistati LGBT+ ha riportato un reddito familiare annuo inferiore ai 25.000$ (contro il 22% degli intervistati non-LGBT+) e questa percentuale è ancora più alta per le persone di colore (33%) e per le persone transgender o non-binary (31%). Sebbene queste persone siano vicine alla soglia di povertà, la buona notizia è che il tasso di persone che vuole affrontare questa tappa importante nella propria vita è allo stesso livello di coloro che sono definiti “benestanti”, vale a dire con un reddito maggiore di 100.000$ annui. «Questo significa – affermano gli attivisti di Family Equality – che in tutto il Paese ci sono milioni di persone LGBT+ che faticano a trovare la strada verso la genitorialità anche a causa di insicurezze finanziarie, complessità legali e continue discriminazioni. Tutto ciò dimostra, inoltre, che anche coloro che riescono a sostenere i costi del diventare genitori riescono a farlo soltanto continuando a indebitarsi o sacrificando le loro pianificazioni finanziarie e di stabilità a lungo termine».
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