Stanno facendo il giro del mondo alcune dichiarazioni rilasciate da Antonio Gratteri, durante il tour promozionale del suo nuovo libro “La Rete degli Invisibili”, scritto insieme ad Antonio Nicaso. In un’intervista al Times di Londra, il magistrato antimafia, che vive sotto scorta da 30 anni, ha parlato di un’apertura della ‘Ndrangheta verso gli omosessuali.
«Ai vecchi tempi – ha raccontato Gratteri – i mafiosi hanno rischiato di essere assassinati se fossero semplicemente sospettati di essere gay e l’omosessualità è ancora un tabù tra i capi più anziani. Mina la loro immagine di se stessi come uomini duri e virili». Nel 2015, il procuratore aggiunto Michele Prestipino aveva raccontato del figlio di un boss mafioso di Reggio Calabria, salvo solo grazie alla madre dopo che il padre scoprì che frequentava una chat gay.
«La mafia si è evoluta insieme alla società – ha aggiunto Gratteri – I gay possono essere accettati ora, anche come uomini d’onore, a condizione che non lo sfoggino in pubblico». Il magistrato ha poi affermato di aver intercettato lettere “appassionate” tra un boss del crimine e il suo giovane luogotenente e conversazioni telefoniche rivelando che a molti soldati della mafia piacciono i bar frequentati da travestiti. Gratteri ha poi parlato di Lady Godiva, la drag queen che porta sulle spalle un cognome pesante ma che, come ha raccontato essa stessa a Gay.it, non è mai stata coinvolta negli affari della ‘Ndrangheta dalla propria famiglia.
Le dichiarazioni del magistrato anti-mafia non sono state accolte positivamente: negli ultimi giorni Gratteri è stato inondato da mail che lo accusavano di essere “insensibile”, per aver osato affermare che la mafia era diventata “debole” con le persone omosessuali. È tuttavia evidente che l’intenzione alla base di tali dichiarazioni non fosse quella di “umanizzare” la mafia – che ha pianificato di ammazzarlo – bensì di spiegare come la ‘Ndrangheta si stia evolvendo per sopravvivere al proprio progressivo indebolimento. Una metamorfosi che non riguarda solo l’omosessualità, ma anche il modo di agire e di fare affari nell’illegalità.
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1 thought on “Perché la ‘Ndrangheta non uccide più i parenti omosessuali”