In occasione della Giornata Mondiale per la Lotta all’AIDS, il cardinale Christoph Schönborn ha concesso che l’evento di beneficenza Life Ball si tenesse, ancora una volta, nella gotica Cattedrale di Santo Stefano a Vienna. Tra i tanti ospiti WURST, nome d’arte usato da Conchita Wurst per i suoi progetti musicali non in drag e riportato nelle locandine dello spettacolo.
Nella performance canora che si può osservare in alcuni video pubblicati in rete, WURST è dunque semplicemente un uomo omosessuale, con un look queer, che si esibisce senza particolari “eccessi” di fronte al pubblico, tra cui il cardinale, seduto in prima fila con il fiocco rosso sul petto. Come racconta Francesco Lepore in un articolo per GayNews, il cardinale è un allievo di Ratzinger, definito da esso stesso suo “figlio spirituale”, ma più inclusivo nei confronti delle persone LGBT+. «Ringraziamo Dio – ha infatti affermato il cardinale nel suo discorso – perché c’è posto per tutti nella sua creazione e non vuole che nessuno si senta escluso».
La partecipazione di WURST alla manifestazione benefica diventa però in Italia (ma non solo) un pretesto per alcuni quotidiani, pronti a indignare gratuitamente i propri lettori. Per Il Giornale, WURST diventa magicamente una transessuale (il che la dice lunga sul debunking fatto dall’autore), una transizione così fulminea che le fa cambiare sesso tra il titolo («un trans») e il sottotitolo («la cantante trans»). Nel testo viene fatto notare con sorpresa che «certi emisferi ecclesiastici non ricusano affatto» l’artista, ma il capolavoro giornalistico è nel paragone, a dir poco forzato, tra l’evento benefico nello Stephansdom e il concerto di Mozart a Firenze che, per decisione di padre Paolo Bocci, non si terrà nella basilica di Santa Croce, ma in un luogo sconsacrato. Lo scopo è quello di riproporre, in occasione del Natale, la minestra scaldata del confronto tra la candida tradizione e la scabrosa innovazione, e viene fatto tirando in ballo il tradizionalista Ratzinger per via della sua passione per Mozart, ignorando che Schönborn è della sua scuola.
Il quotidiano I Tempi opta invece per il clickbaiting, la presenza di una persona queer tra numerosi musicisti cishet fa sì che la notizia venga intitolata «La messa è finita. Ennesimo show Lgbt nel Duomo di Vienna», titolo che ha ispirato anche Corrispondenza Romana. Il primo e dettagliato paragrafo è un revival di eventi passati che nulla hanno a che vedere con le atmosfere dello spettacolo musicale di sabato scorso, ma dopo un titolo così, bisognava accontentare in qualche modo le aspettative del lettore che aveva cliccato sul link totalmente “triggered”. Quello che al giornalista de I Tempi interessa sottolineare è che WURST fosse «impellicciata», per poi – fortunatamente – proseguire nel merito dell’evento.
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