Contusioni su testa, spalle, braccia, anca e femore e 6 giorni di prognosi: è questo il referto rilasciato a Daniele, giovane lavoratore presso un hotel di Barletta, in seguito all’aggressione omofoba da parte di un collega. L’episodio, registrato alle 6:30 di lunedì 2 dicembre, è stato solo il culmine a cui si è arrivati dopo mesi di vessazioni sul posto di lavoro, secondo quanto raccontato dalla vittima sui social.
Il tutto è iniziato lo scorso aprile, quando l’aggressore ha iniziato a lavore nella sua stessa struttura. Dopo un’iniziale antipatia, la situazione è degenerata quando l’uomo è venuto a conoscenza dell’omosessualità di Daniele, che ci ha raccontato: «Non ha proprio digerito la cosa. Ha iniziato con modi sgarbati ed epiteti poco lusinghieri, ai quali io ho dato poco peso. Quando mi sono stancato, ho cominciato a rispondere in tono canzonatorio, senza però mai essere offensivo o irrispettoso».
Dalle offese si è poi passati alle minacce, frasi come «ric**ione, ti spacco la faccia» e «apro il c**o a te e ad altri 100 fr**i come te» sono state urlate a Daniele anche di fronte ad alcuni suoi colleghi. «Tutto il personale sapeva che questo tipo continuava a minacciarmi da mesi, persino il direttore dell’albergo, e nessuno ha mosso un dito» ha scritto Daniele in uno sfogo su Facebook.
Una prima aggressione si era già verificata nelle settimane score, quando Daniele era stato afferrato per la camicia dal collega, che gli aveva sputato in faccia. Poi, lunedì scorso, è stato il giorno la violenza fisica vera e propria, nata per il sol fatto che Daniele aveva spento una sigaretta in un posacenere appena svuotato dall’aggressore. «Le sigarette tue non le voglio, io lavoro per l’albergo non per te» ha urlato l’uomo, che trascinando in bagno Daniele gli ha sferrato dei pugni. «Io mi sono difeso – ci ha spiegato – l’ho sfiancato ed è andato via, salvo poi tornare alla carica dieci minuti dopo: mi ha messo all’angolo e ha continuato».
In un post su Facebook, che in poche ore ha ottenuto centinaia di condivisioni e numerosi commenti di solidarietà, Daniele fa vedere i segni dell’aggressione. Purtroppo, nessuno era presente quando è avvenuto il fatto, così la vittima ha cercato di difendersi per quel che ha potuto, per poi recarsi al Pronto Soccorso.
Daniele non è più tornato a lavoro da quel giorno, per riprendersi da quell’attacco ha deciso di chiedere le ferie. Ci ha inoltre riferito di aver raccontato il fatto ai suoi superiori, ma che non sa che tipo di provvedimenti sono stati presi e che è sua intenzione denunciarlo. «Ho deciso di raccontare la mia storia – ci ha confidato Daniele – affinché i pugni che ho preso io possono evitare violenza a qualcun altro, o spingere persone vessate a parlare».
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considerando che dò torto marcio al tipo per averlo picchiato, pure lui a spegnere la sigaretta nel posacenere appena svuotato non è che abbia avuto sto comportamento proprio pacifico.