Si suicida dopo l’outing dei cyberbulli, il procuratore omofobo: «Nessun crimine»

Il procuratore distrettuale della contea di Coffee in Tennessee, Craig Northcott, ha dichiarato che non ci saranno accuse nei confronti dei due ragazzi che, con un atto di cyberbullismo, hanno spinto al suicidio Channing Smith, ragazzo sedicenne e omosessuale, vittima di un outing sui social network nei suoi confronti.

«Alla luce delle indagini sulle circostanze della morte di Channing Smith – ha dichiarato Northcott – non c’è nessun ragionevole motivo per credere che sia stato commesso un crimine in questa tragica vicenda».



L’annuncio ha seguito l’indignazione della famiglia del ragazzo e il disappunto delle centinaia di sostenitori degli Smith, soprattutto perché è l’epilogo che nessuno avrebbe voluto, ma tutti si aspettavano. Northcott, infatti, non ha mai fatto mistero delle sue idee omofobe e razziste, dai commenti omofobi a una conferenza sulla Bibbia alla dichiarazione secondo cui le coppie omosessuali non dovrebbero essere protette dalla violenza domestica perché non «nella santità del vincolo matrimoniale».

È stata istituita una commissione d’inchiesta sui comportamenti d’odio del procuratore da parte della Supreme Court’s Board of Professional Responsibility. Northcott potrebbe perdere la possibilità di esercitare la professione, ma è ancora troppo poco per la famiglia Smith, devastata dal lutto e beffeggiata dalla giustizia. Crystal Smith, madre della vittima ha dichiarato: «Finché la legge non cambierà e renderà queste situazioni perseguibili penalmente, le persone continueranno ad assassinarsi online, senza paura di un processo. È inaccettabile, nessuna famiglia dovrebbe affrontare questo».

 

Cover photo: NewsChannel5.com

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