Il 20 novembre è il Transgender Day of Remembrance (TDoR), una giornata istituita nel 1998 per commemorare le vittime della transfobia, in seguito all’omicidio di Rita Hester, una donna transgender di Boston.
Era il giorno del ringraziamento e, da lì a pochi giorni, Rita avrebbe compiuto 35 anni. Quella donna solare, amichevole e con una passione per la musica non festeggerà mai il suo compleanno, ma verrà trovata brutalmente uccisa dalle forze dell’ordine nel suo appartamento. A rendere ancora più terribile questa storia è la reazione dei media che, oltre a dare poca rilevanza a questo fatto di cronaca nera, si rivolsero a lei usando i pronomi maschili, ammazzandola una seconda volta.
Le comunità di cui la Hester faceva parte, quella afroamericana e quella LGBT, si ribellarono, organizzando una fiaccolata a San Francisco dal nome Remembering Our Dead, da cui l’attivista Gwendolyn Ann Smith prese spunto e diede vita al TDoR.
Le attiviste trans assassinate
Rita Hester è solo una delle centinaia di vittime che ogni anno l’odio transfobico miete. Tra queste ci sono diverse attiviste trans che coraggiosamente hanno dedicato la propria vita alle battaglie del movimento LGBT, per poi essere ammazzate una prima volta da persone transfobiche e una seconda volta dalle forze dell’ordine o della stampa.
Marsha P. Johnson
Sebbene Marsha P. Johnson – simbolo dei Moti di Stonewall insieme alla trans Sylvia Rivera – non si sia mai dichiarata come transgender (si autodefiniva una drag queen in un’epoca in cui non si parlava ancora di terzo genere), è senza dubbio uno dei personaggi gender variant più importanti della storia LGBT.
Marsha fu una delle prime a frequentare lo Stonewall Inn quando questo aprì anche alle donne e alle drag queen, che nel 1969 divenne il luogo della storica protesta. Arrivata quando i disordini erano già iniziati, Marsha urlò la frase «I got my civil rights!» lanciando un bicchiere contro uno specchio del locale, che risuonò in tutto il mondo. Quello fu solo uno degli scontri che l’attivista ebbe con la polizia durante la sua vita, una delle quali fu ferita da uno sparo. Marsha partecipò al primo gay pride e, pochi anni dopo, venne esclusa insieme a Sylvia Rivera perché gli organizzatori dissero che la presenza di “drag queen” avrebbe danneggiato l’immagine della parata.
All’età di 46 anni, il corpo di Marsha P. Johnson fu ritrovato in un fiume. La polizia fu molto superficiale e non si occupò di indagare sulle cause della morte, sebbene ci fossero delle testimonianze che portavano nella direzione di un omicidio, ma 5 anni fa l’attivista Mariah Lopez riuscì a far riaprire il caso.
Hande Kader
La figura dell’attivista transgender turca Hande Kader è diventata nota grazie soprattutto a una fotografia scattata durante il Pride di Istanbul del 2015, in cui veniva colpita dal getto degli idranti delle forze delle ordine, per via del divieto di manifestare. Il governo di Erdogan proibì infatti la parata all’ultimo minuto «perché ricorreva il Ramadan».
Alla giovane età di 23 anni, Hande fu trovata morta in una strada della capitale turca. Il suo corpo era stato mutilato e bruciato, probabilmente per togliere delle tracce che potevano far identificare l’autore dell’omicidio. La sua morte fece notizia in tutto il mondo, ma ancora oggi non è stato identificato l’assassino o gli assassini.
Sanath Kumara
Sanath Kumara era un’attivista srilankese impegnata nel sensibilizzare le persone transgender alla prevezione dell’HIV. La vita dei trans e delle trans non è facile in Paesi come lo Sri Lanka, tant’è che si scoprì che la stessa Sanath era una donna transgender soltanto dopo la sua morte. Il 5 settembre 2017, all’età di 34 anni venne ritrovata morta nel parcheggio di un ospedale di Dumballa: era stata brutalmente colpita con delle mazze di legno.
La sorella di Sanath venne a conoscenza del fatto con una telefonata da parte dello stesso assassino, che imprecò contro di lei senza però rivelare la propria identità.
Sasha Garden
Tra le vittime di una serie di attacchi a sfondo razzista e omotransfobico di Orlando, c’è Sasha Garden, considerata una delle voci più forti della comunità LGBT della città. Attivista transgender e coordinatrice di un’associazione per la sensibilizzazione alla prevenzione dell’HIV, Sasha è stata assassinata a soli 27 anni: il suo corpo è stato trovato in un parco la mattina del 19 luglio 2018.
L’avvocata transgender della vittima, Montrese Williams, spiegò che le persone trans sono molto restie a chiamare le forze dell’ordine in caso di necessità per il modo in cui spesso vengono trattate da questi. Aggiunse che, quando gli agenti arrivarono a casa sua per l’identificazione del corpo, si dimostrarono estremamente ignoranti sulla terminologia da usare per le persone trans. Nonostante Montrese spiegò che sia lei che la vittima fosse una donna trans, sul verbale Sasha venne descritta come «un uomo che indossava una parrucca e abiti femminili».
Vanesa Campos
Peruviana transgender trasferita a Parigi, Vanesa Campos era un’attivista impegnata nella lotta all’AIDS e per i diritti delle persone trans. Nella notte tra il 16 e il 17 agosto del 2018, Vanesa venne assassinata a 36 anni nel quartiere Bois de Boulogne: secondo una prima ricostruzione ufficiale fu accoltellata da un gruppo di uomini che aveva inseguito per difendere alcune colleghe sex worker che questi stavano molestando e derubando.
L’autopsia rivelò che non furono le coltellate dei ladri ad ammazzarla, bensì lo sparo di una pistola della polizia: secondo quanto riportato dal giornale satirico Le Canard enchaîné, l’arma del delitto apparteneva a un poliziotto che era stato derubato dai malviventi (versione mai confermata o commentata dalla Prefettura).
I numeri degli omicidi transfobici
Ogni anno sono centinaia le persone trans e gender variant che vengono uccise in tutto il mondo per via dell’odio e del pregiudizio delle persone cisgender nei loro confronti, i numeri delle vittime registrate dal monitoraggio puntale effettuato dal Transrespect versus Transphobia Worldwide sono impressionanti: sono 3.314 gli omicidi di persone trans a partire dal 2008, di cui 331 solo nell’ultimo anno. Tra queste, ben due sono state ammazzate in Italia: Nancy de Monza, sex worker uccisa a Milano lo scorso dicembre, e una donna trans non identificata, ritrovata morta in un giardino condominiale a Roma lo scorso marzo.
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