È stata una puntata ricca di ospiti cari alla comunità LGBT+ quella di ieri a L’Assedio, il nuovo programma di Daria Bignardi su Nove. I primi tre ospiti al tavolo della conduttrice ferrarese sono stati l’iconica Myss Keta, la madrina del Cagliari Pride Michela Murgia e il primo sindaco transgender d’Italia Gianmarco Negri.
La cantante con la mascherina ha spiegato in cosa consiste il suo manifesto transfemminista de Le Ragazze Di Porta Venezia, rivolto a tutte quelle «persone che accettano se stesse, che includono altre persone nel loro mondo e che non si fanno sbarrare la strada dai pregiudizi», come avviene appunto nel coloratissimo quartiere milanese che dà il nome al suo singolo di successo.
Tra le altre cose, Myss Keta e le sue ragazze presenti in studio hanno parlato della loro volontà di essere se stesse al 100%. Un’idea non pienamente condivisa dall’ospite successiva, Michela Murgia, che ha esordito con una battuta: «Mi ha fatto un po’ paura questa cosa, perché se io fossi me stessa al 100% avrei crimini sulla coscienza di ogni tipo».
«Io passo la mia vita – ha aggiunto la scrittrice – non a realizzare chi voglio essere ma a cercare di non diventare ciò che non voglio essere». Quello della Murgia è stato un ironico invito ad autodisciplinarsi per non sfociare nell’illegalità. Battute a parte, le due ospiti si sono espresse su temi molto affini tra loro, essendo di fatto rappresentanti del femminismo.
La puntata è proseguita con il brillante intervento del sindaco Negri, che ha parlato della sua personale transizione ma anche di genere non binario, portando con estrema delicatezza in TV un tema che raramente viene trattato. Quella di ieri sera è stata una carrellata di ospiti che hanno portato contenuti di alto livello su temi sociali e culturali, in una trasmissione che purtroppo è stata seguita soltanto dall’1.3% degli spettatori della prima serata, risultato quadruplicato su Rete4 da un cabaret mascherato da talk show, in cui un tizio rompeva delle zucche con una mazza da baseball tricolore.
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Se gli italiani preferiscono rete 4 a delle persone che parlano con educazione ed intelligenza, il problema non sono solo i politici o i media, ma il popolo ormai drogato, alla ricerca costante della dose di droga mediatica, uno sciacallaggio di qua, una fake news di là e così via.